La "Postumia - Ongaresca".
Se fin dalla costruzione dell'Annia la Postumia classica
sembra perdere importanza, forse già durante il primo impero(117),
ma sicuramente a partire dal III sec.d.C. (118) il traffico sulla via
consolare veniva parzialmente attratto verso gli antichi percorsi relativamente
più sicuri e protetti ai margini delle
117) BASSO P., cit. p.136.
118) SCARFI' B .M., 1985, p35: "Dalle iscrizioni onorarie di Torviscosa
risulta che già nella prima metà del III secolo Massimino
dovette riattare I 'Annia labe conruptam (guastata dalle frane). Longa
incuria neglectam, influentibus palustrib(us) aquis eververatam, sic et
commeantib(us) inviam (abbandonata per lunga incuria, flagellata dalle
cresciute acque della palude, così da essere intransitabile per
i viandanti)., "(vedi anche CESSI, 1957, p281), per cui il traffico
era stato deviato in parte, fin da allora, sulla "Postumia"
pedemontana.
96
Prealpi, che forse non erano mai stati abbandonati. Ne abbiamo conferma,
per l'area liventina, dai rinvenimenti monetali ai Camolli, a Nave e ai
Masi presso Sacil&(119).
Consistenti ripostigli monetali del III o del IV secolo anche nelle "ville
rustiche romane" presso il Ponte sull' Ungaresca (S .Vendemmiano),
a Castel Roganzuolo (S.Fior) e al Prà della Stalla di Orsago, lungo
la Postojma Ungarica tra Piave e Livenza(120).
Questi cospicui tesoretti occultati durante le lotte fra imperatori del
III secolo, implicano che la Pedemontana era rientrata nella logica bellica,
e che la via "submontana" era sicuramente percorsa dagli eserciti
dell'una o dell'altra parte in lotta. Questa variante della Postumia,
a partire dalla destra idrografica del Piave, disertava il rettifilo della
via consolare, che con destinazione Oderzo puntava al passaggio del fiume
nei pressi di Maserada, e convergeva invece verso Nord al guado o al traghetto
presso Ponte della Priula, congiuntamente alla "Claudia" da
Altino. Superato il Piave nella zona di Susegana (la Susonnia dell'Anonimo
Cosmografo Ravennate?), dove avrebbe incrociato la tarda Opitergio Tridento,
puntava decisamente ad Oriente.
Il tratto stradale tra Piave e Livenza, a monte delle risorgive, sulla
direttrice rettilinea Bocca di Strada -S. Michele di Ramera - Ponte Ongaresca
119) MORET A., 1987, in Nummis Historia, UD: nei tesoretti
complessivamente di centinaia tra denari e antoniniani argentei raccolti
lungo la Pedemontana i pezzi più recenti sono di Filippo l'Arabo
del 249 d.C.
Alla stessa epoca risale l'occultamento del tesoretto di 587 pezzi bronzei,
da Augusto ai due Filippi, scoperto in contrada Caminada presso S.Polo
di Piave, citato sopra, che sembra connesso col percorso ab Opitergio
Tridentum. Pure al 249 si data l'occulamento monetale di Romano D'Ezzelino
(GORINI, 1987, Aspetti monetali, in BUCHI, P. 262).
120) A Castel Roganzuolo (S.Fior) sono state raccolte recentemente dal
Gruppo Archeologico del Cendese, sul sito del deposito votivo paleoveneto,
poi di "villa rustica" romana, circa un centinaio di monete
quasi esclusivamente del IV sec.d.C., da Costantino I fino ad Onorio.
Non danno però l'idea di appartenere a un ripostiglio, o ad un
"tesoretto" occultato, data la notevole dispersione sull'area.
Lo stesso dicasi per le monete documentate nelle "ville rustiche"
nei pressi del Ponte dell'Ongaresca (S.Vendemmiano), che vanno da Augusto
a Severo Alessandro, con una grossa lacuna nel III secolo (rari gli antoniniani
suberati) e con una consistente presenza di emissioni della seconda metà
del IV secolo (Costanzo Il, Valente, Graziano e Valentiniano li).
La consistente monetazione recuperata nella "villa rustica"
di Prà della Stalla (Orsago), che ha restituito l'edicola dei Terentii
(I sec.d.C.), concerne invece pochi assi sestantali e una ventina di sesterzi
di Faustina, M.Aurelio, Commodo, Settimio Sev., lulia Mammea, Severo Aless.,
Gordiano III, Filippo le Il, che vanno dalla seconda metà del li
secolo fino al 249; più un antoniniano di Emiliano del 253 (Archivio
del Gruppo Arch. del Cenedese; reperti consegnati al Museo del Cenedese).
97
- S.Fior - Godega - Orsago - Cordignano - Caneva - Polcenigo, seguiva
un probabile decumano massimo della centuriazione Nord di Oderzo, orientata
secondo il Vita! a 56 gradi NO, come suggerito dalle evidenti tracce sul
terreno. Questa strada, segnata nei primi secoli da edicole ed epigrafi
funerarie, da necropoli, da numerose "ville rustiche" e da depositi
votivi(121), viene indicata nella documentazione medievale come 'Postojma,
Postioma', oltre che come 'via Ungarica '(122), Tali denominazioni si
ritrovano significativamente e sorprendentemente documentate sia nel tratto
della via tra Piave e Livenza(123) 123) sia in quello tra Livenza e Tagliamento,
a conferma della stretta correlazione con la via consolare.
Il percorso pedemontano della 'Postoyma-Ungarica', per comodità
"Postumia alta", con i non difficili passaggi sui fiumi Piave,
Livenza e Tagliamento probabilmente riattatato da un qualche imperatore
che non ha lasciato memoria dell'opera - veniva preferito durante il tardo
impero sia all'Annia litoranea sia al tratto della Postumia opitergina-concordiense.
Queste vie avevano bisogno di continue manutenzioni e ripristini(124)
per impaludamento e diffusione delle zone umide, a causa delle frequenti
diversioni dei fiumi che scaricavano grandi masse di terra e diffondevano
stagni e paludi. Dopo il 'diluvium aquae', riferito da papa Gregorio Magno
al 589, sia l'Annia che la Postumia nel tratto concordiese sparivano definitivamente.
La Postoyma- Ungarica sarebbe quindi diventata nell'alto-medioevo la più
importante via di collegamento Est-Ovest nel Veneto Orientale. Nel contempo
i tratti viari superstiti a occidente del Livenza producevano un buon
numero di diverticoli convergenti tutti a superare questo fiume nel tratto
verso le sorgenti o al ponte di Cavolano.
121) CAPUIS, Carta Archeologica del Veneto,
v.I, o le varie pubblicazioni locali già citate.
122) VERCI, I, n.XII, a. 1120, p. 14: 'in prenominato loco Talpone, scilicet
a via que dicitur Ungarica, usque ad stratam que ... super Hospitale et
saletum Plavis, quos habetur inter eosdemfines'.
123) Da Statuta et provisiones ducales terre Coneglani, libro IV, De via
Postojme ecc. 'Statuimus.. quod via Postoime per quam itur versus Tarvisium
debeat in conzo teneri'; e da Reformazioni del Comune, B.487-3, Arch.Conegl.,
a.1313-15, settembre: 'quod multi et multi sunt de terra Coneglani qui
emunt bladum pro forensibus et vadunt ipsum bladum ad emendum superPostojmam..'
(in VITAL, 1931, Tracce di Romanità, p.4, n.9).
124) Cfr. le epigrafi miliarie di Torviscosa e S.Martino di Terzo, già
citate. Il numero preponderante di miliari del IV secolo, con la commemorazione
di tanti imperatori, indicano la grande importanza strategica dei percorsi
viari, ma suggeriscono anche la necessità di continui ripristini
(cfr. BASSO P., 1987, Imiliari, cit.). Ricordiamo anche il permesso negato
a Narsete di passare sulla via dell'entroterra, e il suo difficoltoso
transito sull'Annia, nel 552.
|