La via 'ab Opitergio Tridentum'.
Questa via, ricordata nell'itinerario di Antonino, collegava
Oderzo con Trento e sarebbe del 15 a.C. secondo il Vital(111). Il primo
tratto stradale, con diramazione dalla Postumia presso Oderzo (miliario
di Colfrancui) forse utilizzava un kardo della centuriazione Nord di Opitergium
fino al guado sul Piave, dove intercettava l'antico percorso della Claudia
Altinate, sulla sinistra idrografica del fiume. Di qui veniva adottato
il tragitto che collegava Duplabilis, la stretta di Quero o Segusino,
Feltre, la Valsugana (cippo col XXXXI miglio a Tenna) con Trento. Ad una
distanza di 28 miglia da Opitergio e con altre 28 per raggiungere Feltre,
viene indicata nell'Itinerario Antoniniano la stazione ad Cerasias o 'ad
Cepasias '(1 12), secondo le varie lezioni, individuata presso Valdobbiadene,
ma pure nella Val Cavasia.
Anche la Opitergio-Tridento, dal punto di vista strategico, sembra superflua
o poco importante se riferita al primo secolo. Risulterebbe piuttosto
una via per compendium, adottata nel basso impero per raccordare velocemente
alle strade alpine l'importante piazzaforte militare di Concordia(113)
3) - dotata di un grande ergasterio imperiale per la produzione di armamenti,
da cui deriva l'appellativo recente Concordia Sagittaria - che nel settore
aveva soppiantato Altino in decadenza come base delle truppe. Che lungo
il percorso della via, almeno nel tratto Oderzo-Piave, si muovessero
111) VITAL, 1931, cit., p.28.
112) Cfr. DE BON A., 1938, Rilievi di campagna, in La via Claudia Augusta
Altinate, Atti Ist.Ven. di SS. LL. AA., VE: 'ah Opitergio m.p.XX VIII
ad Cepasias, m.p. XX VIII Feltria, m.p.XXX Ausugo'.
113) AA.VV., 1978, lulia Concordia, TV. La città era stata residenza
di Teodosio dopo la battaglia al Frigido. Di qui l'imperatore aveva emanato
una delle sue 'costituzioni' del 391, con cui furono proibiti tutti i
sacrifici e i templi pagani chiusi al pubblico. Sembra si debba a Gallieno
(253-268) l'organizzazione di un primo sistema difensivo "in profondità
per contrastare i barbari sulle principali vie interne da Concordia a
Milano (CESSI, 1957, p.286).
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truppe nel III secolo è verosimilmente documentato dal tesoretto
di 587 monete bronzee da Augusto fino ai due Filippi (249 d.C.), scoperto
in località Caminada presso S.Polo di Piav(114). Dalla documentazione
archeologica esistente, anche il tratto Duplabilis(115) - Feltre - Valsugana
sembra diventare veramente importante solo a partire dal basso impero.
Lo stesso discorso vale per la variante della "Claudia" attraverso
il passo di Praderadego e per Zumelle, che si spiega bene come una strada
munita in epoca tardoromana ed utilizzata per inserirsi velocemente sulla
OpitergioTridento presso Feltre, by-passando il tratto di fondovalle lungo
il corso del Piave nella gola di Quero o di Segusino. Il percorso in altura
per il Praderadego veniva presidiato dagli oppida del M. Castellazzo(116)
e di Zumelle - la 'rusticanorum fìdeli et utili custodia' ricordata
da Orosio - e continuò ad essere utilizzato anche in epoca gota.
Risulta pure efficiente in età longobarda e proprio a controllo
sui versanti Sud e Nord della via venivano impostate rispettivamente lafara
di Soligo e quella di Mel (BL); i transiti sulla via Claudia di fondovalle
per Quero o Segusino erano vigilati invece dallefarae di Feltre e di Valdobbiadene.
114) VITAL, 1931, p25, nota 5.
115) Per l'importante necropoli tardoromana a Vidor, presso Valdobbiadene,
vedi TIRELLI, La necropoli tardoromana da 'Piazza Maggiore', in AA.VV.,
Due villaggi della collina trevigiana Vidor e Colbertaldo, vol. I.
116) ARNOSTI G., 1986, Monte Castellazzo, insediamento tardo-romano altomedievale
nella Valmareno. Quad.n.6 del Gruppo Archeologico del Cenedese, c.i.p.,
Orsago (TV).
Presso la Claudia, tesoretto di denari fino al 222 d.C. a Trichiana (a.
1967) (GORINI, 1991, Monete e territorio, ASBFC, a.LXII, p.l3l); di antoniniani
di Gallieno e di Claudio Il a Casteldardo (Trichiana) (GORINI, 1991, cit.,
p.l 29); cdi aurei del IV-V sec, a Sedico (a. 1863) (GORINI,1991, cit.,
p133).
117) BASSO P., cit. p.136.
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