La Claudia Augusta Altinate.
Proprio per facilitare gli interventi militari nelle valli
alpine contro Raeti e Vindelici nel 15 a.C. Druso tracciava la via Claudia
Augusta, con partenza da Altino, che risulta completata dal figlio Claudio
nel 47 d.C.(100). Questa strada non è ricordata negli itinerari
antichi, né viene segnata sulla Ta buia Peuntingeriana, e il tratto
Altinate fu identificato in base al cippo miliario rinvenuto a Cesio Maggiore(101).
La costruzione della nuova via declassava l'Aurelia patavina-asolana,
che era già predisposta per inserirsi all'interno delle valli alpine,
ma evidentemente si ritenne più efficace munire un nuovo percorso
incentrato sulla base militare di Altino, che si avvaleva perdipiù
delle efficienti infrastrutture del porto-mercato.
99) Agennio Urbico e FRONTINO, De controversiis agrorum,
p35 e 62, Lachman: 'per
Italiam nullus ager est tributarius, sed aut colonicus aut municipalis
aut alicuius castelli aut
conciliabuli ..' (in MENGOZZI G., 1977, La città italiana nell'alto
Medio Evo, FI, p342;
SCHNEIDER F., 1980, Le origini dei Comuni rurali in Italia, FI, p.79,
nota 36).
La lex julia municipalis (la lex Rubria) ricorda "municipio, coloniae,
praefecturae, fora,
conciliabula, vici" e "castella", e queste sono le sole
divisioni amministrative romane da
Cesare in poi (cfr. MENGOZZI, cit., p.W7 e p.349; e SCHNEIDER, cit., p.78).
100) TOMBOLANI, Altino, p.26. BIASUZ G., Da Altino a Maia sulla via ClaudiaAugusta,
Arch. St. di Belluno, Feltre e Cadore, a.XLIV.
101) TOMBOLANI, Alt., p25. Il miliare di Cesio:
'T. CLA VDIVS. DRVSI. F./ CA ESAR. AVGVSTVS. GERMAI
N!CVS. PONT!FEX. MAXWMVS. TRIBVNICIA. POTESTA/
TE. VI. COS. IV. IMP. XI. P. P./ CENSOR. VIAM. CLAVDIAM./
AVGVSTAM. QVAM. DRVSVS./PATER. ALPIBVS. BELLO. PATE/
FACTIS. DEREX(E)RAT. MVNIT. ABIALTINO. VSQUE. FLVMEN/
DANWIVM. M. P. CCCCL.'
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A questo punto sorge il dubbio che il tratto Opitergium - Septimum 'Campi
molies' , riferito dal Fraccaro alla Postumia, sia stato completato con
un raccordo rettilineo ah Aitino-Opitergium, che apparirebbe evidente
sulla carta topografica; questo itinerario sembrerebbe riutilizzato contemporaneamente
alla Claudia Augusta quando, per altro verso, sempre dal caposaldo militare
altinate si dispiegavano le forze per la conquista dei popoli alpini.
La Claudia Altinate, secondo il percorso studiato dal De Bon(102), conservò
evidente nel tempo il suo tracciato rettilineo da Altino fin oltre il
Sile, come risulta dalle evidenze sul terreno e dal terrapieno detto "Lagozzo"
(b03), A Nord di Vascon, tra Catena e Case Postioma, incrociava il rettifilo
della Postumia; a Spresiano presso la sede ferroviaria al Casello 38 si
potevano notare, fino a non molto tempo fa, i resti del tracciato della
via ben delimitato dalle canalette laterali per lo scolo delle acque.
Questo percorso ad Est di Treviso viene confermato da numerosi ritrovamenti
di sepolture del I sec.a.C.- I sec.d.C., che seguono l'allineamento Altino
- Lovadina - Piave(104) La via, superato il fiume ai Mercatelli, puntava
sul Quartier del Piave e Valdobbiadene, quindi per la gola di Quero e
Fener, o di Segusino, raggiungeva Cesio, poi Belluno, il Cadore, Monte
Croce Comelico e la Val Pusteria (ipotesi De Bon e Anti). Oppure secondo
gli studi dell'Alpago Novello dopo il passaggio del fiume puntava diritto
verso Follina, il passo del Praderadego e Zumelle, quindi, ripassato il
Piave a Nave, si dirigeva verso Cesio Maggiore; di qui, sempre secondo
l'Alpago Novello, seguiva piuttosto un itinerario per Feltre, Lamon, Castel
Tesino e la Valsugana (105), Ma i percorsi non sono ancora definitivi,
difatti una recente ipotesi del Rosada ritiene che la Claudia da Altino
presso Musestre si dirigesse con un altro lungo rettifilo verso Treviso
e Montebelluna, da dove puntava su Fener, segnata da un
102) DE BON A., 1938, Rilievi di campagna,
in La via Claudia Augusta Altinate, Atti Ist.Ven. di SS. LL. AA., VE.
103) La derivazione da Augustus, con riferimento ad un antico tratto della
via Augusta Altinate sembra impossibile da accettare da un punto di vista
linguistico (PELLEGRINI G.B., 1987, Ricerche di toponomastica veneta,
PD, p.34 e 170) e viene ritenuta una fantasia degli eruditi.
104) Cfr.Misu rare la terra: centuriazioni e coloni nel mondo romano il
caso veneto, carta a p.173. Carta Archeologica del Veneto, I, p.165, F.38,
Conegliano.
105) ALPAGO NOVELLO A., Da Altino a Maia sulla via Claudia Augusta, MI,
1972. Secondo ANTI C., 1956, La via Claudia Augusta ab Altino dalla Priula
a Belluno, in Studi in onore di Calderini e Paribeni, vol.III, Milano-Varese,
la via dopo il Praderadego e il passaggio sul Piave deviava verso Belluno
ed il Cadore lungo il percorso studiato dal De Bon. Il FRACCARO P., 1939,
La via Claudia augusta Altinate, in Rendiconti dell'Ist.lomb. di SS.LL.,
vol.LXXII, Pavia, ipotizzava un passaggio attraverso il passo di S.Boldo.
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miliario con l'XI miglio, e di qui portava a Feltre~(106): l'ipotesi risulta
probabile sulla base degli attuali tracciati viari, anche se i dati archeologici
lungo il percorso risultano scarsi. Questa variante della Claudia da Altino
(via Treviso) e l'Aurelia da Padova si congiungevano presso Montebelluna
come farebbero intendere i tratti stradali rettilinei ancora ben visibili
ed efficienti. La via proseguendo verso Nord si collegava, presso Valdobbiadene,
con quella che raccordava i percorsi viari sulla sinistra Piave.
Quale fosse la Claudia Altinate è ancora un discorso aperto. A
questo punto sorge solo un problema di denominazione per quel percorso
stradale, studiato dal De Bon, basato sul Lagozzo e sul tratto visibile
fino a poco tempo fa nella zona di Spresiano, che testimoniava una grande
arteria da Altino diretta verso il guado del Piave. Sarà poi da
indagare se quella strada passato il fiume volgeva verso Valdobbiadene
o se invece puntava sulla 'statio militaris' di Ceneda, secondo la vecchia
ipotesi del Vital(107), che sarebbe il caso di rivalutare. Di qui per
il passo del Fadalto portava verso l'Alpago, seguendo poi la valle del
Piave toccava il Castellum Laebactium, il Cadore, e dirigeva su Littamum
(S.Candido), seguendo il collaudatissimo tracciato dell'antica pista paleoveneta.
Da un punto di vista pratico, il transito da Altino al Danubio, via Feltre
e Trento, sembrerebbe un doppione della Claudia da Hostilia(108), oltre
a comportare per i movimenti delle truppe un lungo giro vizioso attraverso
il Trentino, mentre l'itinerario Ceneda - Fadalto
- Cadore risulterebbe di più rapido supporto alle operazioni nelle
vallate della Drava. Oltretutto questa ipotesi di percorso non trascurerebbe
inspiegabilmente vaste e popolose aree alpine, lasciandole inopportunamente
incontrollate da un punto di vista tattico. Difatti risulta evidente dall'importante
documentazione archeologica di prima epoca romana, concernente insediamenti,
epigrafi, necropoli, reperti e, soprattutto, santuari, attivi fino al
IV secolo d.C.(109), che l'itinerario Ceneda - Alpago - Cadore venne
106) ROSADA G., La direttrice romana sulla destra Piave
e a sud di Feltria: dalle ricognizioni De Bon ad alcune note topo grafiche
e di metodo, in "PADUSA", a.XXVIXXVII, PD,l992, pp.229-246.
107) VITAL A., 1931, Tracce di romanità nel territorio di Conegliano,
in Archivio Veneto, s.V. vol.IX, cap.III, p34 segg.
108) Cfr. le varie ipotesi in BASSO P., cit., p93.
109) Per l'abbondante documentazione cfr. CAPUIS, Carta Archeologica del
Veneto, I,o le pubblicazioni locali, in parte citate, cui si aggiunge
l'informazione medita che anche il santuario paleoveneto sul M.Altare
sopra Ceneda, ha una continuità di consistente frequentazione fino
al IV secolo d.C.; sono documentate, tra l'altro, una cinquantina di monete,
in maggioranza antoniniani, del III sec., ed una ventina di altre del
IV sec.d.C. (Archivio del Gruppo Archeologico del Cenedese. I reperti,
a oggi, sono ancora nei depositi del Museo del Cenedese, o presso la Soprintendenza
Archeologica del Veneto).
Il tratto S .Floriano - Passo del Fadalto non ha restituito finora alcuna
documentazione di epoca romana, probabilmente ricoperta dalle frane di
epoca storica.
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costantemente frequentato.
Poiché la Tabula Peuntingeriana non mostra la Claudia Augusta altinate,
né i tardi estensori degli antichi itinerari annotarono questa
importantissima via, si azzarda l'eventualità che la Claudia Augusta
'ab Aitino' fino al Piave all'epoca della compilazione degli stradari,
fosse ormai abbandonata. Con la decadenza di Altino, a partire dal III
sec.d.C.(110), quel primo tratto della Claudia risultava obsoleto.
110) SCARFI' B.M., 1985, Storia di Altino, in Altino Preromana
e Romana, p35: 'Le
testimonianze diventano quanto mai saltuarie dal III secolo in poi'; e
più avanti: 'ma quello che invece mostra
finora la tarda archeologia altinate è grande decadenza
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