VITTORINO PIANCA
IL TEATRO SOCIALE DI SERRA VALLE
Pochi anni dopo Ceneda anche la finitima città di Serravalle maturò
l'idea di un grande Teatro pubblico che potesse metterla alla pari con
la rivale di sempre. Nel 1830 vi si costituì, in maniera analoga
a quanto avvenuto a Ceneda, una Società per l'edificazione del
Teatro alla quale concorsero alcuni notabili locali. La raccolta delle
adesioni e dei fondi necessari richiese qualche anno per cui fu solo nel
1842 che si affidò l'incarico del progetto.
Fu scelto l'architetto Giuseppe Segusini (1801-1876) di Feltre che si
era fatto conoscere in zona, avendo già lavorato per il Seminario
Vescovile di Ceneda nel 1841, e che aveva esperienza in materia avendo
progettato il Comunale di Belluno nel 1834.
Il Segusini pensava di poter erigere il teatro sull'area del giardino
di Palazzo Minucci, all'epoca di proprietà di Bartolomeo Francesco
Gera di Conegliano. Egli disegnò anche delle prospettive con il
Teatro inserito in questo spazio che finì però per diventare
una piazza pubblica, sede del Mercato dei Grani e Fondaco delle Biade.
Si decise di erigere il Teatro fra Palazzo Gaiotti e questo giardino,
dove in pratica sorge tutt'ora. Nel posto prescelto non solo lo spazio
era minore, per cui il Segusini dovette ridimensionare il suo progetto
iniziale, ma anche la natura geologica del terreno provocò difficoltà
a volte insormontabili dovute soprattutto all'emergere del costone di
roccia discendente dal Monte Cucco, il quale spunta tuttora, ostico e
compatto come il piede di un leggendario convitato di pietra, quasi fin
dentro il Palcoscenico.
Il modello architettonico si ispirava a quello del Comune di Belluno che
VITTORINO PIANCA. Direttore dei Musei e della Biblioteca
Civica di Vittorio Veneto, autore di varie pubblicazioni di storia e d'arte
del vittoriese.
65
tanti consensi, pur misti a violente critiche, aveva a suo
tempo collezionato. La costruzione iniziò nel 1843 e proseguì,
come la tela di Penelope, per
molti anni. Addirittura avvenne che, nel 1870, lo stesso Segusini dovette
intervenire con un restauro prima che lo stabile fosse completato.
Fu ultimato "dopo molte e tenaci divergenze e difficoltà finanziarie
nel 1879(1). Del Teatro costruito dal Segusini si conserva oggi la facciata
a due piani. Salendo una lunga gradinata si entrava attraverso cinque
portali d'accesso, sormontati da altrettante teste di leone a bassorilievo
e chiusi da cancelli in ferro, che davano, prima su un piccolo portico
coperto, poi su una sala di circa dieci metri di superficie per cinque
di altezza. Al piano superiore si aprivano le cinque finestre balaustrate
del ridotto separate da semicolonne corinzie.
Sopra queste il pittore e decoratore di Castellavazzo Giuliano Zasso (1833?
- 1889?) aveva dipinto un finto bassorilievo affiancato da due medaglioni
con i ritratti di Alfieri e Goldoni. Completavano la decorazione sugli
specchi laterali della facciata fioriture a stucco.
Una fascia di bugnato piano legava tutto intorno il piede dell'edificio.
Sormontava la facciata un largo frontone con la scritta "Teatro di
Società", ancor oggi parzialmente visibile.
L'interno si sviluppava su tre piani nella classica forma a ferro di cavallo.
La platea aveva forma circolare, ospitava circa duecento posti suddivisi
in poltroncine, sedie e scanni chiusi.
Sul lato destro si apriva l'unica barcaccia. Dieci colonne sostenevano
una prima galleria con gradoni in legno, capace di 120 posti nel 1927.
Una seconda galleria era posta sopra: delimitata da una ringhiera in ferro,
ospitava, sempre stando ai dati del 1927, duecento spettatori distribuiti
su gradoni all'intorno. Il tetto era sostenuto da numerose capriate triangolari
in legno poste in opera nel 1870.
Nonostante sia intervenuto un restauro, nell'anno 1925, crediamo che questa,
che troviamo così ben descritta nel 1927, sia sostanzialmente la
struttura originaria e che perciò il Teatro non abbia mai avuto
un sistema di palchi, essendo stato completato in un'epoca in cui l'affluenza
degli spettatori era incrementata da un maggior consenso popolare a questo
tipo di spettacoli per cui il doppio ordine di logge sembrava più
moderno, capiente e funzionante(2).
Il palcoscenico misurava m. 11x13 e, nel 1927, si progettava di dotarlo
di una cassa armonica antistante per ospitare meglio l'orchestra(3).
Un piccolo Bar, 9 camerini e due locali più grandi per le comparse,
orchestre, ecc. completavano la struttura teatrale.
Gli affreschi interni dell'atrio, della sala e del ridotto, il sipario,
ancora una volta opera del serravallese Pietro Paietta, in collaborazione
con lo Zasso, conferirono alla struttura un'aura fine ottocento molle
di luci, stucchi, colori e sottolineature di arabeschi dorati.
La facciata del Teatro "Rossini" in una foto
degli anni Quaranta.
66
L'inaugurazione ufficiale si ebbe nel 1879 con l'opera Il
ballo in maschera di Giuseppe Verdi(4)
Qualche spettacolo si era tenuto comunque anche prima dell' ultimazione
dei lavori, come si vedrà dal repertorio finale.
Se la stagione lirica di Ceneda aveva il suo fulcro intorno alla festività
e Fiera di 5. Osvaldo (il 5 di agosto), quella di Serravalle prendeva
corpo soprattutto in occasione dei festeggiamenti e della Fiera in onore
della martire e patrona 5. Augusta. Queste feste cominciavano alla metà
di agosto e proseguivano fino al mese di settembre. Negli anni più
felici, oltre ai consueti servizi di autobus urbani dopo gli spettacoli,
funzionarono anche servizi speciali di treno, da e per Venezia, che facevano
affluire comitive di turisti.
Altra occasione particolare, come per Ceneda, era costituita dal periodo
di Carnevale che vedeva svolgersi altre iniziative come veglioni, concerti,
ecc.
L'attività, che proseguì fino alla Grande Guerra, fiorì
al colmo della Belle Époque in un rinnovarsi periodico di lustrini
e paillettes.
111909 e 1911 furono gli anni di maggior successo per il Teatro che allora
era retto dalla Società per i Pubblici Festeggiamenti in Vittorio-Serravalle.
Spesso la stagione lirica era costituita da una o due opere soltanto,
che venivano rappresentate per varie sere. Altrettanto spesso la messa
in scena di queste opere costituiva una vera e propria produzione locale,
con tutti i costi che ciò comportava, ai quali si faceva fronte
con la partecipazione di Enti Pubblici e volontarie quote di privati cittadini.
Il Mefistofele dell 911 fu, ad esempio, una costosa produzione serravallese
e si replicò per oltre dieci serate, con tanto di servizio di tram
dopo lo spettacolo e treno speciale.
Del Faust fu protagonista nel 1908 la cantante vittoriese Eleonora Fiorin
(nata Vittorio il 15 aprile 1884 e morta a Latina il 29 luglio 1957) che
si era già esibita nei maggiori teatri italiani, come ad esempio
il "Petruzzelli" di Bari, oggi noto perchè qualche anno
fa distrutto da un incendio.
Dopo l'invasione austro-ungarica e la Grande Guerra gli anni Venti registrarono,
prima una crisi, poi una buona ripresa dell'attività teatrale con
feste e spettacoli(5).
I ruggenti anni Trenta segnarono invece il definitivo declino del Teatro,
ferito come abbiamo visto dal terremoto del 1936, ma più ancora
dai crescenti costi della lirica e dalla concorrenza del cinematografo(6).
Il Canto del cigno si ebbe all'inizio del novembre 1938 quando il Teatro
assurse agli onori della cronaca nazionale per essere divenuto il sacrario
nel quale si riunirono le oltre cinquecento bandiere dei reggimenti che
avevano partecipato alla Grande Guerra. L'omaggio a queste bandiere fu
il momentosimbolo centrale usato allora dal regime per celebrare il Ventennale
della Vittoria in forma spettacolare e solenne.
Teatro comunale di Serravall. Pianta della loggia e camerini
La pianta della prenotazione per la "Carmen"
del 1926 al Teatro Comunale di Serravalle
68
Nel 1939 il Comune di Vittorio Veneto dà in concessione anche il
Teatro "Rossini" a Pietro Abriani: "Il teatro "Rossini"
di Serravalle potrà essere adibito anche a spettacoli di cinematografo
e varietà, pur che tali spettacoli siano degni del locale stesso(7).
Non siamo riusciti a chiarire quando esattamente il Teatro sia passato
nelle mani del Comune nè sappiamo se, come per il Teatro Sociale
di Ceneda, il cambio dell'intitolazione sia collegato a questo passaggio.
La proprietà definitiva viene invece trasferita al Comune, con
un semplice atto notarile, alla morte dell'ultimo membro della Società
il nob. Marco Cittolini (24.6.1868
- 6.11.1948).
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la gestione del Teatro viene prorogata
agli eredi Abriani fino al 1954, ma vi è ormai esplicata la sola
attività di cinematografo, ed anch'essa fra tante difficoltà:
il 5 aprile 1948 viene revocata l'agibilità; il 17 maggio 1950
la Commissione Provinciale di Vigilanza proibisce "ogni rappresentazione
teatrale"; il 27 agosto 1952 la Questura rilascia 1 'agibilità
per 600 posti, il 24dicembre 1953 invece per soli 510 posti.
Finalmente, in data 29 maggio 1954, il Consiglio Comunale vende l'immobile
ad Arturo Giacomini, con atto n. 57 modificato un anno dopo, il 18 maggio
1955, del. n. 46, nell'individuazione dell'acquirente che diventa la "Immobiliare
Teatro "Rossini" s.p.a. di Milano.
Il 3 giugno 1954 il Comune aveva richiesto l'autorizzazione al restauro
e ampliamento a 842 posti (cosa che non verrà concessa) su progetto
dell'ing. Francesco Bontempi (5 maggio 1954)(8)
Nel 1956 l'impresa Casagrande Giovanni di Vittorio Veneto era già
al lavoro: anche il Teatro Sociale di Serravalle cessava di esistere.
Questi sono i titoli che abbiamo reperito circa la programmazione
eseguita. Anche se non si sono ritrovate notizie di tutte le opere andate
in scena nei due Teatri cittadini è già sufficiente questo
corpus operistico per far risaltare il grosso impegno organizzativo, il
grande entusiasmo, il successo e forse anche il primo germe del declino
nella fragilità economica nascente dalla rivalità fra queste
due cittadine troppo contigue di Ceneda e Serravalle.
1857: Il Trovatore (1. S. Cammarano, m. G. Verdi) Direttore d'orchestra
Antonio Manzato (15-20 agosto)
1879: Il ballo in maschera (1. A. Somma, m. G. Verdi)
1880: RuyBlas (1. C. d'Ormeville, m. F. Marchetti)
1892: Faust (1. J. Barbier, M. Carrier - m. C. Gounod)
1894:11 duchino di Ch. Lecocq; Campane di Corneville; Madama Angot; Gran
Via; Santarellina. Operette Compagnia di A. Ferrara. Direttore d'orchestra:
Luigi Becherini (22 maggio)
Casa Paterna. Dramma di Hermann Sudermann. Compagnia Teresa
71
Mariani e Soci diretta da Ettore Paladini (23-24 giugno).
1895: Rigoletto (1. F.M. Piave, m. G. Verdi)
1907: Manon (1. Anonimo, da Prevost, m. G. Puccini)
1908: Mignon (1. M. Carrè, J. Barbier, m. A. Thomas)
Faust (1. J. Barbier, M. Carrier, m. C. Gounod) con Eleonora Fiorin
1911: Mefistofele (1. m. A. Boito) Basso: Carlo Walter
1926: Carmen (1. H. Meilhac, L. Halevy, m. G. Bizet) Soprano: A. Clinova
1939: Norma (1. F. Romani, m. V. Bellini) Soprano A.M. Gottardo,
Tenore: Giuliano Brunet. Direttore d'orchestra: A. Cheli, Stagione lirica
di 5. Augusta, 19-20 agosto.
NOTE
1) F. Bontempi, Il Teatro Rossini. Relazione storico critica.
1954. ACVV Pos. Spec. 222.
2) Una deliberazione del Podestà in data 31.12.1927 cita questi
restauri in termini che indicano chiaramente un intervento di modesta
entità: "rinforzo con pilastrini e travature del boccascena
e palcoscenico, demolizione di roccia esistente sotto il palcoscenico
per il passaggio delle comparse e artisti ACVV Pos. spec. 162 (Fig. 12).
3) Relazione della Commissione locale di vigilanza sui luoghi di pubblico
spettacolo. 7 giugno 1927. ACVV, Pos. spec. 162.
4) "Scorgiamo nella detta via il Teatro Sociale, di recente costruzione,
che venne aperto, come mi è stato riferito, nell'Agosto 1870 con
il Ballo in Maschera, dell'immortale Verdi. Esso è comodo, bene
decorato e c'onfricente alle esigenze dell'attualità. Anche all'esterno
si presenta con regolarità di aspetto ed adeguata prospiciente
facciata. Viene aperto di metodo nella stagione estiva, cioè nella
ricorrenza di Santa Augusta. Anche in altre circostanze viene fatto centro
di lieto ritrovo. Vi è proprietaria una società costituita
ah initio, la quale ne dirige il buon andamento". Così scriveva
ancora Jacopo Rossi, riferendo però una data errata per l'anno
di inaugurazione (J. Rossi, Op. cit. p. 103 - 104).
5) La Commissione di Vigilanza del Teatro Comunale di Serravaile era composta
il 22giugno
1928 da: Marchetti Antonio (pres.), Baldini Dino, Rova Giacomo, Costantini
Nino, Zaia Francesco, Rossi Alberto, De Nardi Marco.
6) Anche il Comune, ad esempio, acquistò nel 1925 un proiettore
cinematografico da usarsi per le scuole cittadine.
7) A partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale il Comune agisce come
proprietario del Teatro che viene sempre indicato come Comunale: è
il Comune che istruisce la pratica per i danni di guerra, ad esempio,
e che ottiene il relativo contributo (1925). Fino alle celebrazioni del
Ventennale (1938) il Teatro viene sempre riferito semplicemente come Comunale.
È in questo documento di concessione che compare la prima voltai'
intitolazione a Rossini per cui non è da escludere che l'idea sia
stata dell'allora Podestà Aldo Marinotti odi Camillo de Carlo che
già aveva intitolato "Verdi" il Sociale di Ceneda.
Quindi, o il passaggio di proprietà è avvenuto durante la
Grande Guerra (i documenti del periodo sono andati però in gran
parte perduti), o il Comune faceva in qualche modo parte della Società
fin dall'Ottocento (ma ugualmente non abbiamo trovato ancora traccia dei
soci ottocenteschi). Certo è che nell'atto di concessione aH'Abriani
il Comune sembra sostituirsi alle "cessate amministrazioni"
quasi d'ufficio.
8) ACVV Pos. spec. 222.
Un grazie per la collaborazione a: Giacomo Rova, Mario Della Libera, Maria
Teresa Muraro, Paola Da Grava, Maria Teresa Viotto, Enzo De Luca.
<<<
indice generale
|