Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°6 - 1993 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

Rassegna Bibliografica

GIUSEPPE TARTINI, Sonate per violino op. Il. ALBERTO MARTINI, violino; ILARIO GREGOLETTO, cembalo. Rivo Alto, CRA1 9009.
BALDASSARRE GALUPPI, Sonate manoscritte per cembalo, vol. I, da XXV Sonate per il Clavicembalo. ILARIO GREGOLETTO, cembalo. Rivo Alto, CRR1 9013.


Registrati a Venezia nel 1990, pubblicati per la veneziana Rivo Alto nel 1991, i due dischi in esame coronano, per così dire, l'attività musicale - pur intensissima - del clavicembalista vittoriese Ilario Gregoletto (un terzo disco è in corso di registrazione), da molti anni impegnato sul versante della ricerca di una prassi esecutiva il più possibile fedele ai criteri dell'epoca: queste emissioni offrono al riguardo esempi illuminanti di questo gusto storicistico per la ricreazione di uno stile fedele alle prescrizioni trattatistiche e di una timbrica "originale" rispondente al suono degli strumenti settecenteschi, di cui l'esecutore è peraltro un appassionato collezionista.
Le Sonate tartiniane proposte nel primo disco offrono un esempio straordinario di freschezza inventiva e di sorgiva vitalità, pur nella loro sostanziale aderenza ad un modello formale proposto in termini pressochè immutabili (forma bipartita per i singoli movimenti e articolazione in tre tempi per ogni singola composizione, il cui centro gravitazionale appare in genere 1 '"allegro" centrale). Pubblicate dall'editore francese Le Cène nel 1743 (senza l'autorizzazione dell' Autore), le sei pagine appartengono, con ogni probabilità, ad un periodo creativo anteriore, anche se risulta particolarmente difficile proporre una datazione precisa a causa della mancanza di autografi
Il disco galuppiano è il primo di una serie di quattro CD destinati
all'esecuzione di tutte le sonate del musicista veneziano: un'impresa senza dubbio encomiabile, data la relativa scarsità di analoghe proposte monografiche (si tratta di un corpus comprendente ben venticinque lavori contenuti in un codice conservato nel Fondo Torrefranca presso la biblioteca del Conservatorio di Musica "Benedetto Marcello" di Venezia). Anche in questo caso, l'esecuzione di Ilario Gregoletto si raccomanda per vivacità, per felice adesione stilistica, per misura ed equilibrio nell'ornamentazione aggiunta. Nei tempi lenti, in particolare, si apprezza la straordinaria trasparenza delle linee (ai limiti della "filigrana": si ascolti l'"Andante" della Sesta Sonata, la più nota) e il sempre raffinato cantabile. Due dischi, in ultima analisi, assolutamente preziosi per la conoscenza di un repertorio poco frequentato, eppur importantissimo per una adeguata definizione della civiltà strumentale italiana settecentesca.


Claudio Bolzan

<<< indice generale

http://www.tragol.it