Rassegna Bibliografica
GIUSEPPE TARTINI, Sonate per violino op. Il. ALBERTO MARTINI,
violino; ILARIO GREGOLETTO, cembalo. Rivo Alto, CRA1 9009.
BALDASSARRE GALUPPI, Sonate manoscritte per cembalo, vol. I, da XXV Sonate
per il Clavicembalo. ILARIO GREGOLETTO, cembalo. Rivo Alto, CRR1 9013.
Registrati a Venezia nel 1990, pubblicati per la veneziana Rivo Alto nel
1991, i due dischi in esame coronano, per così dire, l'attività
musicale - pur intensissima - del clavicembalista vittoriese Ilario Gregoletto
(un terzo disco è in corso di registrazione), da molti anni impegnato
sul versante della ricerca di una prassi esecutiva il più possibile
fedele ai criteri dell'epoca: queste emissioni offrono al riguardo esempi
illuminanti di questo gusto storicistico per la ricreazione di uno stile
fedele alle prescrizioni trattatistiche e di una timbrica "originale"
rispondente al suono degli strumenti settecenteschi, di cui l'esecutore
è peraltro un appassionato collezionista.
Le Sonate tartiniane proposte nel primo disco offrono un esempio straordinario
di freschezza inventiva e di sorgiva vitalità, pur nella loro sostanziale
aderenza ad un modello formale proposto in termini pressochè immutabili
(forma bipartita per i singoli movimenti e articolazione in tre tempi
per ogni singola composizione, il cui centro gravitazionale appare in
genere 1 '"allegro" centrale). Pubblicate dall'editore francese
Le Cène nel 1743 (senza l'autorizzazione dell' Autore), le sei
pagine appartengono, con ogni probabilità, ad un periodo creativo
anteriore, anche se risulta particolarmente difficile proporre una datazione
precisa a causa della mancanza di autografi
Il disco galuppiano è il primo di una serie di quattro CD destinati
all'esecuzione di tutte le sonate del musicista veneziano: un'impresa
senza dubbio encomiabile, data la relativa scarsità di analoghe
proposte monografiche (si tratta di un corpus comprendente ben venticinque
lavori contenuti in un codice conservato nel Fondo Torrefranca presso
la biblioteca del Conservatorio di Musica "Benedetto Marcello"
di Venezia). Anche in questo caso, l'esecuzione di Ilario Gregoletto si
raccomanda per vivacità, per felice adesione stilistica, per misura
ed equilibrio nell'ornamentazione aggiunta. Nei tempi lenti, in particolare,
si apprezza la straordinaria trasparenza delle linee (ai limiti della
"filigrana": si ascolti l'"Andante" della Sesta Sonata,
la più nota) e il sempre raffinato cantabile. Due dischi, in ultima
analisi, assolutamente preziosi per la conoscenza di un repertorio poco
frequentato, eppur importantissimo per una adeguata definizione della
civiltà strumentale italiana settecentesca.
Claudio Bolzan
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