Rassegna Bibliografica
VINCENZO RUZZA, Saggio di bibliografia del Vittoriese, con ampi riferimenti
alla zona compresa tra Piave e Livenza. Vittorio Veneto, Sistema Bibliotecario
del Vittoriese, 1987, pp. 382.
Alle soglie del terzo millennio, proprio negli anni che, secondo alcuni,
sono destinati a riflettere gli ultimi bagliori della Galassia Gutenberg,
esce dai torchi cittadini questa prima bibliografia del territorio vittoriese.
Una bibliografia è in sostanza un libro che parla di libri, ne
raccoglie la memoria rispolverando i più vecchi, i più dimenticati,
e li sottopone all'attenzione del nuovo pubblico corredandone la carta
d'identità con amorevoli chiose e commenti atti ad indicare l'ambito
semantico, la consistenza, le intenzioni, evidenti e sottaciute. Ogni
bibliografia è insomma al tempo stesso un atto d'amore per il libro
e un atto di fede nella sua efficace funzione di "media" recante
un codice di segni capace di superare ogni barriera alla comunicazione,
in grado di invertire la freccia del tempo.
In più quello di Ruzza è implicitamente anche un atto d'amore
per la sua terra: la bibliografia generale d'un territorio non può
trovare motivazioni al suo esistere distinte da un presupposto intimo,
più o meno evidente o confessato, di piccola patria. Un aition
spesso più reale che manifesto, che delimita prima le ragioni del
cuore, poi gli oggetti dell'interesse culturale.
Mossa dunque da intenti primariamente personali, prevalentemente storico-artistici,
- come confessa l'A. nella prefazione -, questa raccolta bibliografica
si compone di 7.500 schede per quasi 10.000 citazioni bibliografiche che
si susseguono in ordine cronologico a partire dal 1474 fino ai nostri
giorni: come dire un lungo filo dipanato a legare l'incunabolo stampato
a Vicenza da Leon. Achathes da Basilea, recante le memorie di viaggio
di Fazio degli Uberti per Ceneda, Concordia e Belluno, con i saggi comparsi
sui primi numeri de "Il Flaminio". Cinque secoli di storia che,
a titolo estremamente vario, compaiono, e quasi compendiano su queste
pagine una civiltà di provincia talora fiera-mente autonoma, più
spesso immersa e travolta dal divenire storico d'Europa. Vi si testimonia
altresì una progressiva, centripeta riduzione dell'ambito geografico
quasi proporzionale, con una parallela crescita bibliografica, dal punto
di vista numerico, esplosiva: dal Medioevo e Rinascimento, quando Ceneda
indicava un'entità territoriale estesa dai monti al mare, dal Piave
al Livenza, si giunge all'attuale situazione che vede Ceneda essere parte
della città di Vittorio Veneto; dai cinque riferimenti negli altrettanti
volumi pubblicati a stampa nel secolo XV si giunge alle migliaia di pubblicazioni
del presente secolo.
È un percorso attraverso e verso la complessità
quello che l'A. ha dovuto fare per redigere questo corpus bibliografico
che oggi si presenta con tutto il suo peso culturale, con tutta la sua
magmatica evidenza di esperienza obbligata per ogni ricerca sul territorio.
Ed era, questa, anche l'ambizione espressa dall'Autore: che quest'opera
cioè costituisse, se non proprio il grande utero, certo una sorta
di campo base per ulteriori indagini. I meriti della pubblicazione sono
evidenti e in gran parte intrinseci allo stesso progetto editoriale. È
la prima e l'unica bibliografia, di una certa mole, sul "vittoriese";
prima di Ruzza non erano riusciti nell'impresa, pur vagheggiata, studiosi
come A. Maschietto o J. Bernardi. Ed è ironia del destino, o forse
sintomatico, non so, che essa veda la luce proprio quando "il vittoriese"
sfuma del tutto, perde ogni sfondo culturale, geografico, amministrativo...
I limiti dell'impresa sono già dall'A. stesso con molta onestà
presentati nella prefazione, per cui se qualcosa vi è da aggiungere
è che abbiamo già potuto constatare come un passato, in
cui la cattiva tenuta di archivi, biblioteche e fondi documentari sembrava
norma, ha già modificato qualche corretta indicazione di collocazione,
talora persino di esistenza. Ma questa dove-
rosa recriminazione è sostanzialmente estrinseca all'opera anche
se assume, per contrasto, valenza pratica di civile monito rivolto al
futuro, quando la prossima bibliografia sarà probabilmente informatica
(persistendo il codice cambierà il supporto scrittorio ed il medium
compilatore).
Ci auguriamo che allora non sia ulteriormente impoverito il patrimonio
culturale giunto fino a noi, e che accanto all'evoluzione tecnologica
cammini anche un'evoluzione dei comportamenti relativi ai beni culturali
di pubblica e privata pertinenza.
Vittoino Pianca
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