GIORGIO MIES
SEBASTIANO RICCI A FREGONA
In questi ultimi anni i contributi critici
su Sebastiano Ricci si sono succeduti con ritmo incalzante e sono culminati
nel saggio monografico dedicatogli dal Pallucchini in La pittura veneziana
del Seicento in cui l'autore, dopo averne evidenziato la figura "giovanile
ed esuberante d'artista" fra i più grandi nel panorama tra Sei e Settecento,
gli attribuisce la responsabilità culturale della trasformazione del
gusto barocco in rococò nella cultura figurativa veneziana nel primo
decennio del Settecento, imponendola quindi in tutta Europa. Nato a
Belluno nel 1659, dopo la sua iniziale educazione a Venezia, cui fece
seguito un vagare inquieto da una città all'altra dell'Italia, con viaggi
frequenti anche all'estero nelle più prestigiose capitali europee, quali
Vienna, Parigi e Londra, si stabilì definitivamente a Venezia dove chiuse
la sua brillantissima carriera pittorica, morendo nel 1734. Una fortunata
ricerca effettuata nell'archivio parrocchiale di Fregona, quando già
era in corso di stampa un articolo di Giuseppe Pavanello, apparso su
Arte Veneta, XXXVI (1982) pp. 2281229, ed un altro di Giorgio Fossaluzza
per la rivista Arte Cristiana, 1983, pp. 1113?118, con l'attribuzione
a Sebastiano Ricci della pala inedita con il Crocefisso e le anime del
Purgatorio dell'arcipretale di Fregona, può consentirci non solo una
più precisa collocazione cronologica dell'importante opera stessa, ma
anche di definire meglio il problema del soggiorno bellunese tra il
1701 e il 1704, anni nei quali ha decorato una stanza posta nella parte
posteriore del palazzo Fulcis De Bertoldi e la cappellina privata, pur
con l'esaltante parentesi del viaggio a Vienna nel 1702, colà chiamato
dalla Maestà del Re dei Romani, per affrescare il soffitto della Blaue
Stiege del Castello di Schönbrunn, databile verso il 1702?03 (1). Dal
Registro della Luminaria di S. Maria di Fregona n. 35, infatti, alla
GIORGIO MIES, fregonese, studioso di arte moderna si occupa
in particolare della valorizzazione dei patrimonio artistico locale in favore
del quale cura anche delle rubriche sui periodici vittoriesi. Ha pubblicato
un saggio storico su Fregona (1981) e la parte catalografica della monografia
su Francesco da Milano. 5
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pagina 117 si ha la notizia che il "Capitolo generale della villa "fino
dal 1701 deliberò di costruire l'altare del SS.mo Crocefisso; inoltre
nel Registro della Scuola del SS. Sacramento, n. 3, pag. 18, si legge
che le spese sostenute per la sua costruzione e registrate dal Castaldo
Zuane Da Ros" il 30 agosto 1701 ammontavano a lire 177,16. Purtroppo
per quanto riguarda la commissione della pala a Sebastiano non ci è
stato dato di trovare alcuna traccia. Invece nel già citato registro
della Luminaria sotto l'anno 1702 si legge ancora: "6 Xbre; spesi per
parte della palla del SS.mo Crocefisso lire 276,10. Lo stesso giorno
il Registro della Scuola del SS.mo Sacramento riporta la spesa di lire
50 "per ayiutar a pagare la palla" in questione mentre il 14 dicembre
successivo anche quello della Scuola del S. Rosario registra lire 50,
"contadi alli procuratori del SS. Crocefisso per la pittura della palla".
Il suddetto registro della Luminaria sotto l'anno 1704 "Adì6febbraioregistra
ancora la spesa di lire 25 "per tiore la palla del SS. Crocefisso evidentemente
eseguita da poco. Anche il costo considerevole, sostenuto con il concorso
unanime delle confraternite dell'epoca, che pure avevano ciascuna un
proprio altare cui provvedere, testimonia a favore del valore di un'opera
di così notevole suggestione e dell'importanza del suo autore. A parte
la novità, per non dire la rarità, del tema dei Crocefisso, ripreso
ad esempio in quello con alcuni Santi nella chiesa di S. Francesco de'
Macci di Firenze del 1704, ora agli Uffizi, l'appartenenza della pala
a Sebastiano Ricci è accertata, oltre che dalla tipologia dei volti
delle anime del Purgatorio e dagli angioletti, anche dal loro disporsi
secondo schemi facilmente riscontrabili in altre opere del periodo bellunese.
Infatti la prima anima sulla destra alza il braccio destro e tiene la
mano sinistra al petto nello stesso modo della donna simbolo del Piacere
dell'Ercole al bivio di palazzo Fulcis, inoltre i due angioletti piangenti
sulla destra in alto richiamano da vicino quelli che reggono la corona
e la palma del martirio nella Decollazione del Battista, anche per i
toni caldi e gradevoli con cui sono stati trattati. Il motivo dell'anima
nuda portata in cielo dall'angelo compare quasi uguale nel S. Gregorio
e le anime del Purgatorio, dipinto per la chiesa di S. Alessandro della
Croce a Bergamo. Il non buono stato di conservazione della tela, con
distacco di colore soprattutto nella parte bassa, non consente di stabilire
se l'opera sia firmata oppure datata, tuttavia, sulla scorta dei documenti
presentati sopra, ci pare molto attendibile datarla alla fine del 1703
o ai primi del 1704, tre anni dopo quindi la pala con S. Gregorio Magno
invocante la Vergine per la cessazione della peste a Roma eseguita per
la basilica di S. Giustina a Padova, che pure è richiamata per la diffusa
luminosità del colore, e subito dopo il suo rientro da Vienna. Oltretutto
questa datazione, tenuto conto anche della vicinanza di Fregona a Belluno,
depone a favore dell'ipotesi di Pallucchini secondo cui la decorazione
di Palazzo Fulcis De Bertoldi di Belluno sarebbe stata realizzata in
due momenti distinti: le tele delle pareti e del soffitto prima del
viaggio a Vienna, mentre dopo i piccoli affreschi monocromi entro gli
stucchi, compresa quella piccola tela ovale andata dispersa, entro la
quale, secondo Mauro Lucco (Arte del '600 nel Bellunese, 1981, p. 100),
compare la croce di Malta.
Giorgio Mies
BIBLIOGRAFIA
R. PALLUCCHINI, La pittura veneziana del Seicento, Venezia,
1981, p. 388?395. G. PAVANELLO, Una pala inedita di Sebastiano Ricci,
in "Arte Veneta", XXXVI (1982) p. 228?229. G. FOSSALUZZA, Una crocefissione
inedita di Sebastiano Ricci in "ArteCristiana", 695 (mar?apr 1983),
p. 113?118.
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