Antonio ISOLATI
STUDIO AMBIENTALE DEI LAGHI DI REVINE
Premessa
I laghi di Revine rappresentano una risorsa importante per l'economia
della zona per le possibilità di sviluppo che un'oculata gestione dei
bacini può favorire in settori economicamente importanti come turismo,
pesca ed eventualmente acquacoltura; inoltre, indipendentemente da questi
settori economici, lo svilupparsi di una sensibilità ambientale a tutti
i livelli sociali rende improrogabile la necessità di riportare i laghi
alla loro integrità, ponendo quindi le basi per un rapporto più
corretto tra attività umane e ambiente naturale. Al momento attuale, l'equilibrio
del sistema idrico costituito dai laghi di Revine, definito nelle sue
componenti idrologiche, chimiche e biologiche, appare notevolmente precario,
per cui anche per gli interventi più urgenti ed indispensabili quali l'abbattimento
degli inquinanti versati nei laghi, appare opportuno effettuare una serie
di scelte operative definite sulla base di una conoscenza adeguata. In
particolare per quanto concerne le modalità di trattamento e di smaltimento
delle sostanze inquinanti, è preferibile che tali scelte non vengano definite
in base a criteri aprioristici, ma siano fondate su un'accurata analisi
costobenefici, che permetta cioè di prevedere i benefici ambientali in
conseguenza di misure diversificate di trattamento e soprattutto di smaltimento.
La Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane si è fatta interprete di
queste esigenze conoscitive, indispensabile supporto per una corretta
azione di salvaguardia e, con l'appoggio determinante della Regione Veneto,
ha affidato alla TECNECO s.p.a. uno studio ambientale che aveva lo scopo
di individuare le ipotesi alternative di intervento per la soluzione dei
problemi di esondaziene ed eutrofizzazione che, al momento attuale, rappresentano
gli aspetti più gravi della situazione. Viene da qui una descrizione sintetica
di tale studio e dei suoi principali risultati (1).
ANTONIO ISOLATI, laureato in chimica
presso l'Università di Bologna nel 1970, da diversi anni si occupa dello
studio dell'inquinamento delle acque superficiali. Tra i lavori più significativi
si riportano: lo stato di qualità delle acque costiere italiane nell'ambito
della Relazione ambientale; il grado di inquinamento delle acque superficiali
correnti dell'Emilia Romagna nell'ambito del Piano delle Acque; gli effetti
indotti sull'inquinamento dalle opere di parzializzazione delle bocche
di porto di Venezia; la valutazione dei limiti di accettabilità delle
sostanze inquinanti agli scarichi versati nella Laguna di Venezia; indagine
sulla dispersione e sul decadimento degli inquinanti versati nella Baia
di Augusta. E' l'autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche
italiane e straniere.
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Lo studio, che è stato protratto per il periodo di un anno in maniera
da coprire un cielo completo per quanto concerne le caratteristiche idrologiche
e trofiche, aveva i seguenti obiettivi: fornire indicazioni sugli interventi
da attuare per eliminare le esondazioni; valutare gli effetti indotti
sul trofismo dei laghi a seguito di soluzioni alternative di intervento;
momento fondamentale per questo obiettivo è stata la messa a punto di
uno strumento di simulazione ambientale in grado di fornire indicazioni
su quello che potrà essere l'assetto dei laghi conseguente alla adozione
di forme diverse di intervento e risanamento. Inoltre, accanto a questi
obiettivi di carattere operativo, lo studio ha conseguito anche l'obiettivo
di fornire per la prima volta un quadro generale delle caratteristiche
ambientali dei laghi definite nelle loro componenti idrologiche chimiche
e biologiche. Da tutte le indagini effettuate risulta evidente lo stato
di deterioramento dei laghi di Revine. In particolare dai rillevamenti
batimetrici (fig. 1) è emerso che i laghi sono soggetti ad un processo
di interrimento che nell'arco di 70 anni è stato pari a ca. 2m. Questo
processo, oltre a diminuire la capacità idrica dei laghi, avrebbe comportato
il ricoprimento delle sorgenti sotterranee del lago di S. Maria, la cui
esistenza è stata confermata da diversi osservatori, facendo così mancare
un'importante fonte di ricambio del lago. Dai rilevamenti idrometrici
(fig. 2) è risultato che alcuni eventi meteorici ed in particolare le
precipitazioni su terreno già saturo d'acqua,
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sono quelli che possono dare luogo ai più estesi fenomeni di esondazione.
Dai rilevamenti chimici e biologici è emerso il notevole stato di eutrofizzazione
(2) e squilibrio biologico dei laghi. In particolare sono stati riscontrati,
nel periodo di stratificazione termica (3), rilevanti quantità di biomassa
fitoplanctonica e sovrasaturazione dell'ossigeno disciolto nello strato
superficiale (epilimnio), anossia e produzione di nutrienti nello strato
profondo (ipolimnio) (fig. 3). Si è inoltre notato un fenomeno tipico
degli ambienti distrofici e cioè la crescita lussureggiante di Cianoficee
(specie fitoplanctoniche dette anche alghe verdiblu) nella tarda estate.
(Fig. 4). Infine lo squilibrio biologico è stato ulteriormente confermato
dalla scarsa varietà di specie zooplanctoniche, dalla estrema povertà
di forme bentoniche viventi e per quanto riguarda la fauna ittica dalla
scarsità di specie planctofaghe e dall'abbondanza di specie ormivore e
detritivore. Questa situazione richiede degli interventi urgenti tra cui
sono prioritari quelli volti da un lato a regolare il regime idraulico
per evitare le esondazioni e dall'altro lato a ridurre lo stato di eutrofizzazione.
In base ai rilevamenti effettuati è emerso che, per evitare le esondazioni
durante gli eventi meteorici di punta, appare necessario che il deflusso
all'imboccatura del canale emissario sia regolato da opere di imbrigliamento
raccordate indicativamente alla isoipsa dei 225 mslm e da uno sbarramento
di larghezza opportuna, la cui altezza potrebbe essere dimensionata in
modo tale da consentire l'invasamento di una maggior quantità di acqua
(da prime valutazioni si potrebbero invasare 250.000500.000 m3'senza arrecare
danni) che potrebbe essere utilizzata in agricoltura a fini irrigui nei
periodi di siccità (fig. 5); il canale emissario inoltre dovrebbe avere
una sezione tale da consentire lo smaltimento di una portata massima di
15 m3/s. (in fig. 6 viene illustrata una delle possibili sezioni di cui
oltre alle dimensioni si forniscono i dati relativi alla scala delle portate
in funzione della velocità raggiunta e dell'altezza dell'acqua nel canale
per intervalli di 10 cm.) Per fornire indicazioni operative per la soluzione
del problema dell'eutrofizzazione è stato impiegato uno strumento di simulazione
ambientale, calibrato coi dati sperimentali, per simulare l'andamento
dei parametri trofici a seguito di diverse alternative di intervento.
Il modello trofico simula cioè l'andamento temporale dei diversi parametri
connessi al trofismo dei laghi in un certo numero di elementi di volume
nei quali i due laghi sono stati suddivisi. In questo caso, in considerazione
della stratificazione termica che si instaura nel periodo estivo, ogni
lago è stato suddiviso in due elementi di volume (box) sovrapposti illustrati
in. fig. 7 in cui sono schematizzati anche i processi di scambio fra le
varie boxes ed il fondo.
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Per ridurre il grado di eutrofizzazione delle acque si sono fatte diverse
ipotesi di intervento e per ognuna di queste si sono simulati gli effetti
indotti sul trofismo dei laghi con particolare riguardo alla concentrazione
dell'ossigeno disciolto negli strati profondi. Ci si è posti cioè l'obiettivo
di individuare quelle soluzioni in grado di mantenere nelle acque profonde
dei laghi, nei periodi critici, una concentrazione di ossigeno tale da
consentire i processi vitali degli organismi viventi. Si sono pertanto
ritenute valide quelle soluzioni che consentono di mantenere al di sopra
del 40% di saturazione il contenuto di ossigeno disciolto nelle acque
profonde. Questo limite deriva dalla soglia minima di concentrazione di
ossigeno disciolto che non danneggia gli organismi acquatici e che si
è fissata pari al 20% di saturazione a cui si è sommato l'errore stimato
della simulazione. Tra le soluzioni simulate ha mostrato una certa validità
l'intervento di trattamento degli scarichi fino al secondo stadio (riduzione
del BOD dell'80%) e sversamento dei reflui trattati nei laghi, abbinando,
per il lago di S. Maria, l'intervento di ricambio dello strato profondo
nel periodo estivo (fig. 8). Quest'ultimo intervento consiste nell'istallare,
nel periodo di anossia dello strato profondo, cioè a 255 gg. dall'inizio
della simulazione, delle pompe sommerse sul fondo del lago e pompare fuori
dal sistema una quantità di acqua pari al volume invasato con la soluzione
idraulica individuata; in questo modo si sostituirebbe l'acqua anossica
e ricca di nutrienti dello strato profondo con l'acqua sovrasatura e povera
di nutrienti dello strato superficiale. Per ristabilire condizioni trofiche
accettabili, cioè per risolvere in maniera definitiva il problema dell'eutrofizzazione,
è risultato ideale l'intervento che prevede l'eliminazione del 60% del
carico inquinante attualmente versato nei laghi attraverso la depurazione
fino al terzo stadio (abbattimento dei nutrienti) o il loro convogliamento
a valle dei laghi o in un altro bacino; il rimanente 40% potrebbe essere
riversato nel lago di Lago purchè siano rispettati i vincoli igienicosanitari
(fig.9). Anche in questo caso l'invasamento della quantità d'acqua prevista
Appare utile perché da un lato compenserebbe il minor apporto pari
a ca. 110.000 m3 dovuto alla eliminazione del 60% degli scarichi, e '
dall'altro lato consentirebbe di fare ricorso, in casi di emergenza, al
pompaggio dell'acqua di fondo del lago di S. Maria senza modificare l'attuale
bilancio idrico; tali situazioni potrebbero verificarsi, nonostante la
diversione degli scarichi, per cause contingenti, ad esempio per dilavamento
dovuto a una pioggia abbondante e prolungata che avvenisse durante il
periodo di maggiore stratificazione verticale dei laghi e dopo un lungo
periodo di secca. (Per tale motivo si consiglia di istallare e mantenere
in funzione una sonda per la misura automatica ed in continuo dell'ossigeno,
nello strato profondo del lago di S. Maria).
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Non porterebbe invece a miglioramenti apprezzabili, l'eliminazione degli
apporti estivi dovuti al turismo ed il solo ricambio degli strati profondi
dei laghi. Non è stato considerato, tra gli interventi proponibili, quello
che prevede l'insufflaggio d'aria negli strati profondi, in quanto esperienze
precedenti hanno mostrato che tale intervento porterebbe a risultati scarsi
o addirittura ad un peggioramento della situazione. L'insufflaggio provoca
infatti una turbolenza verticale con conseguente ampliamento dello strato
eufotico e quindi con un incremento della biomassa fitoplanctonica integrata
sull'intera colonna d'acqua. Inoltre tale intervento, a differenza degli
altri prospettati, non potrà mai risolvere definitivamente il problema
dell'eutrofizzazione, in quanto non modifica il bilancio di massa dei
diversi parametri trofici. Non è stata neppure considerata la possibilità
di drenare le acque di dilavamento dei terreni agricoli per evitare l'apporto
dei fertilizzanti ai laghi, a causa della difficoltà di quantificare l'apporto
in fertilizzanti delle acque di dilavamento e per la scarsa fattibili
di un'opera di drenaggio delle acque meteoriche sia per gli alti costi
che per i danni paesaggistici che un'opera del genere comporterebbe; inoltre
il tipo di cotture agricole praticate nella zona richiedono lo spargimento
dei fertilizzanti nella tarda primavera, cioè dopo il periodo delle piogge
con coefficiente di deflusso elevato ed all'inizio della stagione secca.
Lo studio svolto non è certamente da considerarsi conclusivo essendo sicuramente
perfettibile, ne esamina tutti i problemi ambientali relativi ai laghi,
alle zone interessate e le rispettive soluzioni. Non è cioè uno strumento
per la gestione ottimale della risorsa idrica: esso fornisce solo indicazioni
operative per la soluzione dei problemi più critici ed urgenti.
Nell'ottica di una gestione ottimale dei laghi si possono però formulare
alcune considerazioni e raccomandazioni. In particolare si dovrebbe valutare
la fattibilità di un dragaggio dei laghi, soprattutto del lago di S. Maria,
per liberare le sorgenti sotterranee e sfoltire la vegetazione sommersa;
dovrebbe inoltre essere ripristinata la pratica dello sfalcio periodico
della vegetazione perimetrale emergente. Un'altra considerazione suggerita
dai risultati ottenuti è che i laghi sembrano costituire un ambiente adatto,
dopo gli interventi di risanamento, per praticarvi l'acquacoltura o perlomeno
il ripopolamento mediante specie planctofaghe che usufruirebbero dell'abbondanza
di plancton. Tale intervento potrebbe essere parzialmente vanificato dalla
presenza di imbarcazioni a motore, che arrecherebbero un notevole disturbo
alle popolazioni ittiche e alle operazioni di pesca. Al contrario non
sembra che l'unione dei due laghi per adibirli a gare remiere
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possa arrecare dei danni all'ambiente acquatico; infatti il maggior scambio
che si istaurerebbe fra i due bacini comporterebbe un certo peggioramento
delle condizioni del lago di Lago ed un miglioramento di quello di S.
Maria. In questo caso però, a parte la modificazione della morfologia
naturale dei laghi, è necessario prendere in considerazione le indispensabili
precauzioni di carattere naturalistico per evitare che le opere di sbancamento
inducano nelle acque un livello di torbidità tale da costituire un pericolo
per le specie presenti. Comunque si suggerisce di dosare gli interventi
con una certa gradualità, iniziando da quelli proposti in riferimento
ai problemi di esondanzione ed eutrofizzazione; in seguito e subordinatamente
alla verifica degli effetti indotti, il piano di tutela potrebbe proseguire
nelle forme che si riveleranno più opportune.
Antonio Isolati
Lo studio è stato eseguito da un gruppo di lavoro interdisciplinare
coordinato dalla TECNECO e così costituito:
Antonio Isolati, Tecneco, Capo progetto
Rilevamenti chimici, fisici, biologici e idrometrici
Simonetta Alfassio Grimaldi, Tecneco Antonio Isolati, Tecneco Mirto Matteucci,
Tecneco
Simulazione modellistica
Bruno Cescon, Tecneco Antonio Isolati, Tecneco Renzo Lupini, Sogesta Piero
Malguzzi, Sogesta
Analisi di Fitoplancton
Giampaolo Salmoiraghi, Università di Bologna
Analisi di Zooplancton
Corrado Piccinetti, Università di Bologna
Analisi di Macrobentons
Giovanni Pagotto, Università di Padova
Indagine sul popolamento ittico
Corrado Piccinetti, Università di Bologna
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Note
Si è cercato per quanto possibile, data la complessità dei problemi, di
rendere l'esposizione accessibile anche a quanti non hanno una specifica
esperienza nel campo della ricerca ambientale. Per gli specialisti si rimanda
invece al rapporto tecnico disponibile presso la Comunità Montana delle
Prealpi Trevigiane. Viene indicata col termine di eutrofizzazione tutta
una serie di processi a catena che prendono l'avvio da un eccessivo apporto
delle cosiddetta sostanze nutrienti, in particolare dei composti del fosforo
e dell'azoto, che provocano un rapido accrescimento delle alghe. In talune
situazioni limite, alla crescita eccessiva delle alghe fa seguito una loro
rapida mortalità. In fase di decomposizione la biomassa algale consuma l'ossigeno
disciolto nell'acqua, giungendo in certi casi ad un suo consumo totale con
conseguenti morie talora imponenti di pesci, molluschi ed altri organismi
viventi dovute ad asfissia. Si definisce stratificazione termica quel processo,
che avviene nel periodo estivo, attraverso il quale le acque dei laghi vengono
ad essere divise in tre porzioni: una porzione superiore più calda, l'epilimnio;
una più fredda e più profonda, l'ipolimnio; una porzione, costituita da
uno strato di modesto spessore, che separa l'epilimnio dall'ipolimnio ed
in cui si ha una brusca variazione di temperatura, il termoclino o metalimnio.
Bibliografia
# Zaniol G., Idrologia del circondario di Vittorio Veneto, 1904.
# Ridomi A., I laghi, Revine Lago, monografia edita a cura dell'Amministrazione
di Revine lago.
# Cescon B., De Angelis U., Iovenitti L., Isolati A. and Alfassio Grimaldi
S. The calibration of a trophic model of the Venice Lagoon. International
Seminar on "Modelling and Simulation of Ecological Processes", C.C.R. Ispra,
15 oetober 1979.
# Veneto Piano Coop. S.r.l., Studio idrologico per l'approvvigionamento
idrico del Comune di Revine Lago (Tv), 1978.
# Lorenzen M. and Mitchell R., Theoretical effect of artificial destratification
on algal production in impoundments. Enviromnental. Science & Technology.
Vol. 7, n. 10, 939944, 1973.
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