Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°2 - 1980- Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigianae

Graffiate

Le "tradizioni locali"

E' risaputo che le tradizioni locali sono depositarie di storia. Gli storici le utilizzano spesso come fonti, e fonti serie, ma con estrema cautela e con varie riserve. In ogni caso, solo se si tratta di tradizioni documentate. E con la precisa coscienza che citare un dato tradizionale in un libro di storia significa avvalorare la tradizione e quindi orientare in tale senso la storiografia futura. Ci preoccupa di aver letto qua e là, nei libri di cui sopra, affermazioni come: 'E' tradizione che... ", "Si racconta... "; "Si tramanda... ", e simili. Ci preoccupa perché asserzioni di tale genere, più che registrare un fatto (anche una tradizione deve essere documentata, ma documenti a sostegno della formula detta, di solito, non se ne adducano) produce un effetto: quello cioè di far credere che almeno nei momento in cui si scrivono tali cose sia diffusa la conoscenza del dato tradizionale: e questo normalmente non é vero, perché la tradizione è solo nella testa di colui che scrive. Ma c'è ancora chi è soggetto al fascino della carta stampata, e molti lettori sono inclini a credere che quel che è scritto sia vero.

Ecco una serie di effetti perversi.

1. lettori locali non sufficientemente attrezzati e ingenuamente creduli "scoprono" una tradizione del posto che non conoscevano e così si convincono di avere imparato qualcosa;

2. Lettori di altri paesi o Regioni credono in buona fede di essere velluti a conoscenza di una tradizione vittoriese;

3. Lettori dei tempi avvenire si convincono che, verso la fine del ventesimo secolo, nel vittoriese. c'era quella data tradizione. E tutto questo perché uno storico (o sedicente tale) dei nostri luoghi ha creduto bene di ammantare le sue ipotesi della veste rispettabile della tradizione, producendo di fatto un fenomeno di inquinamento delle fonti storiche! La cosa e, a dirpoco, spregevole, e va condannata. Ma bisogna anche agire. E noi intendiamo farlo. L'impegno con i nostri lettori è di fare nei prossimi numeri qualche radiografia di opere di storia locale, indicandone con rigore e franchezza i passi dubbi, le tesi fragili, le affermazioni azzardate, le invenzioni, le fiabe.

Per una questione, come sempre, di serietà.

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