Rassegna Bibliografica
GIORGIO MIES, La Banca Prealpi per l'arte. Opere restaurate
dalla Banca di Credito Cooperativo delle Prealpi dal 1985 al 2000, Susegana,
2000, pp. 187.
Di solito, sulle banche, si brontola. Per lo più
lo fanno, è chiaro, i loro clienti, i quali mugugnano, più
o meno sonoramente, specie quando confrontano la rapidità con cui
detti istituti applicano il tasso ufficiale sugli interessi a loro favore,
con la lentezza con cui lo applicano su quelli a favore dei clienti.,
Non parliamo poi di quando confrontano lo zero-virgola degli interessi
sui loro depositi, con le cifre rotonde di quelli che debbono pagare per
i prestiti ottenuti. Facendo i conti di tutti i soldi che le banche guadagnano,
è frequente la domanda: ma che cosa ne fanno, le banche, di tutto
quel denaro?
Un comune mortale che interpelli in merito un funzionario di banca, ottiene
di solito risposte circostanziate, tanto che spesso ... rischia perfino
di farsene una ragione. Ma di solito conclude: "Io queste cose non
le sapevo". Ed è su questo punto che anche il solerte funzionario
è spesso indotto a dargli ragione, Già, perché è
vero che le banche, ad esempio, sono solite erogare somme complessivamente
cospicue per iniziative di utilità sociale, ma è anche vero
che in genere sono restìe a parlarne. Così come talora succede
che anche i destinatari delle liberalità, posto che inviino lettera
di ringraziamento all'istituto erogante, non ne facciano parola sui giornali
e sui loro bollettini.
Sono considerazioni, queste, che i responsabili degli istituti di credito
dovrebbero fare, e provvedere al riguardo. La loro funzione, di amministrare
i risparmi dei cittadini loro clienti, è assai delicata, e di grande
rilevanza sociale: rendere conto ad essi, e alla comunità in generale,
della loro attività, dei criteri che la regolano, dei risultati
ottenuti, delle iniziative promosse o attuate - non, intendiamoci, in
termini di resoconti contabili, che pochi leggono e pochissimi capiscono,
ma in termini chiari, semplici e divulgativi - è, puramente e semplicemente,
un loro dovere. E anche, se ci pensano bene, cosa di loro interesse: perché
anche alle banche deve interessare il consenso sociale.
Al riguardo, ci piace registrare un' iniziativa della Banca di Credito
Cooperativo delle Prealpi, iniziativa, nel suo campo, esemplare. Non è
la prima , del genere, perché altri istituti di credito della Provincia
e Regione ne hanno anche nel recente passato realizzate di simili, ma
certo essa si presenta con titoli ampiamente sufficienti per reggere a
tutti i possibili confronti.
Si tratta del libro in cui è raccolta la documentazione degli interventi
che, negli ultimi quindici anni, la Banca Prealpi ha compiuto per il restauro
di opere d'arte della zona. Una splendida pubblicazione, riccamente illustrrata,
in cui vengono rappresentati i vari soggetti, nel loro contesto, come
risultanti dall'avvenuto restauro, quindi nella freschezza di linee e
di tinte che ne esalta l'importanza e, in alcuni casi, lo splendore.
Il libro, opera di Giorgio Mies, si divide in tre parti: nella prima si
propone, come serie di "Appunti per un "viaggio" artistico
nel territorio delle Prealpi trevigiane e bellunesi, una rapida carrellata
sull'arte della zona, in funzione di introduzione e ambientazione della
materia principale del libro. Che è svolta nelle parti seguenti:
"Chiese restaurate" e "Opere d'Arte restaurate": un
insieme di schede, brevi ,ma puntuali ed incisive, stese con la perizia
e la sensibilità che gli sono note dall'autore del libro. Se ne
traggono gli elementi, sia per apprezzare l'impegno veramente importante
che in questo quindicennio la Banca di Credito Cooperativo delle Prealpi
ha svolto per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali della zona
da essa principalmente servita, ma anche per un approfondimento di conoscenze
su tante opere d'arte che spesso, perché fuori dai più frequentati
percorsi, sono ignorate anche dagli abitanti di qui. Un libro, insomma,
che è insieme una guida e un invito all'arte della nostra terra.
E che, nell'enumerare gli interventi dell'istituto a favore dei beni culturali,
è esso stesso un bene culturale. Un'opera meritevole di alto apprezzamento
per l'autore, Giorgio Mies, e che fa onore alla Banca delle Prealpi che
l'ha promossa.
Aldo Toffoli
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