Rassegna Bibliografica
I Minucci Arcivescovi, letterati e cavalieri di Malta.
Atti del Convegno internazionale indetto dal CIRCOLO VITTORIESE DI RICERCHE
STORICHE - 6 maggio 2000, Grafiche De Bastiani, Vittorio Veneto, 2000,
pag. 207.
Va preliminarmente dato atto al Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche e alla sua Presidente, Loredana Imperio -autrice della presentazione del volume -dell'impegno e del merito di portare sistematicamente all'attenzione degli studiosi e di quanti si interessano di storia patria locale le vicende delle più ragguardevoli nostre famiglie del passato. Dopo il convegno su "Il dominio dei Caminesi tra Piave e Livenza" del 1985, con regolare cadenza biennale, sono venuti quello sui Porcia nel '94, sui Brandolini nel '96, sui Collalto nel '98 e, nel maggio dello scorso anno, è stata la volta dei Minucci, una famiglia che vanta notai, generali, uomini d'arme e valenti cavalieri, diplomatici, prelati e letterati. Circa l'origine del casato, c'è incertezza: un unico ceppo per quelli di Serravalle e quelli di Toscana oppure, per quelli di Serravalle, un'origine locale? Alla base delle due ipotesi, la comunanza del toponimo: "Feltrano", rocca a circa 7 Km da Volterra, ma anche "Feltran", antico nome di Costa, frazione di Vittorio Veneto, una volta di Serravalle. I Minucci sono presenti a Serravalle sin dalla fine del XIII secolo, non ancora emergenti in periodo caminese, poi gradatamente affermandosi prima come notai e poi man mano assumendo sempre maggiore importanza per nobiltà e per censo. Con Giulia Maria, sposata Gera, nell'800, il ramo serravallese si estingue e tramonta il sogno della continuità del casato, coltivato dall'arcivescovo Minuccio. Per fortuna - e per merito di Camillo De Carlo - nel prosieguo del tempo, una continuità ideale è assicurata dalla presenza della Fondazione, che, conservando alla fruizione pubblica il bel palazzo di Cal Granda, tramanda il ricordo della gloriosa famiglia. Di essa, durante il convegno, sono state illustrate le personalità più significative, tra cui quell'Andrea, che fu arcivescovo di Zara e di cui si conserva nella galleria di famiglia un vigoroso ritratto, psicologicamente significativo, per il quale non si esclude l'attribuzione al grande Tiziano: il pittore ben conosceva il prelato, che, prima di abbracciare lo stato ecclesiastico, era stato valente medico pubblico in Serravalle e, come tale, aveva avuto in cura Lavinia, sposata Sarcinelli, figlia prediletta del Maestro. Nipote di Andrea, Minuccio Minucci è il personaggio più cospicuo del casato, colui che volle il palazzo più imponente della città come segno di eccellenza e anche di consuetudine con i poteri forti del tempo: la Repubblica, il Papato e l'Impero. Fu segretario del nunzio apostolico in Germania, Bartolomeo da Porcia, e del cardinale Mandrucci, vescovo di Trento. In tali mansioni rivelò doti di diplomatico insigne, buon letterario e poliglotta, tanto da diventare segretario per gli affari esteri di due papi: Innocenzo IX e Clemente VII. fu anche consigliere primario del duca Guglielmo di Baviera e dell'arcivescovo principe di Colonia. A Colonia fu protonotario apostolico. Fu eletto arcivescovo di Zara, sede già ricoperta dallo zio; scrisse la "Storia degli Uscochi" e anche una breve vita di Santa Augusta in latino. Mori a Monaco di Baviera, mentre stava per essergli conferita la porpora cardinalizia su proposta dell'imperatore e del duca di Baviera. E sepolto in quella cattedrale. Altri personaggi esaminati nel convegno: Fra' Pompeo, cavaliere di Malta, arcivescovo di Ragusa e vescovo di Acquapendente; Emilia, andata sposa a Giulio Strassoldo; Andrea Il, cameriere segreto di Benedetto XIV, vescovo di Feltre, traslato poi alla sede di Rimini e successivamente arcivescovo - principe di Fermo (Pio VI, col quale era in grande amicizia gli offrì di crearlo cardinale; anche Andrea scrisse una "Vita di Santa Augusta"); e infine fra' Girolamo, cavaliere gerosolimitano. Nel corso del convegno sono stati lumeggiati i rapporti del casato Minucci con la Baviera e le alleanze stipulate a mezzo di matrimoni con donne appartenenti a diversi tipi di nobiltà: quella feudale, quella civica e quella patrizia veneziana. Una particolare trattazione ha riguardato il ramo toscano e Villa Palagione. E stato posto in evidenza come, sotto l'aspetto architettonico e urbanistico, la realizzazione del palazzo di Serravalle si inserisca, in posizione di prestigio, nel contesto di rinnovamento urbano di quel centro storico nel secolo XVI ed inoltre è stata passata iii rassegna la committenza artistica attuata dalla famiglia, interessando artisti come Francesco da Milano, Tiziano Vecellio, il Pomarancio, il Sansovino, Silvestro Arnosti e Antonio Lazzarini. Le relazioni di Giovanni Tomasi, Franco Posocco, Vincenzo Ruzza, Peter Corner, Nerio De Carlo, Doimo Frangipane, Giorgio Mies, Alberto Sonego, Giampaolo Zagonel, Dietmar Effenberger e Paolo Fabris sono arric chite negli atti da una cospicua documentazione, basata su note, schemi genealogici, testamenti, epistolari, estratti di archivi parrocchiali e bibliografie. Quaranta le riproduzioni a colori, comprendenti molti dei personaggi della galleria di famiglia, nonché la medaglia celebrativa, coniata in occasione del convegno, col ritratto di Minuccio Minucci e lo stemma del casato, opera dello scultore Giuseppe Grava. Mario Ulliana <<< indice generale |