Rassegna Bibliografica
G. MIES - O. DE ZORZI - G. TOMASI - P. ZAROS, "La
Pieve di Santa Maria di Fregona", a cura della parrocchia di 5. Maria
Assunta di Fregona, Conegliano 1998.
La chiesa di Santa Maria Assunta di Fregona, che si è
staccata dalla matrice di S. Andrea di Bigonzo ancora prima del Mille,
in origine si estendeva su un territorio ben più vasto di quello
attuale, comprendente anche parte dell'odierno comune di Cappella Maggiore
(la parrocchia di Cappella Maggiore si è resa indipendente il 22
luglio 1494), parte di quello di Sarmede (la parrocchia di Montaner si
è resa autonoma il 24 ottobre 1600); la parrocchia di Osigo poi
si è staccata il 3 luglio 1865 e quella di Sonego il 3 maggio 1951
(quest'ultima ha perso la personalità giuridica il 15 gennaio 1987,
per cui da allora è aggregata alla parrocchia di Fregona).
Questa situazione è rappresentata nella medaglia realizzata nel
1997 dallo scultore Giuseppe Grava e fatta coniare dalla parrocchia, in
occasione del secondo centenario della costruzione della chiesa arcipretale
di Fregona; infatti, oltre ad una veduta della chiesa che compare sul
diritto, sul rovescio figurano i monumenti più significativi che
hanno contrassegnato in passato il territorio dell'antica pieve, percorsi
dai torrenti Carron e Friga, entrambi affluenti del Meschio: il Castelletto
di Cappella Maggiore, il castello caminese presso Sonego, il Santuario
di 5. Daniele in cima al colle omonimo di Osigo e la torre medievale di
Montaner da dove hanno mosso le loro fortune i Da Montanara, futuri signori
di Treviso, Belluno e Feltre con il nome Da Camino. Queste notizie di
carattere storico e
religioso si possono ora leggere in una nuova pubblicazione dal titolo
"La Pieve di S. Maria di Fregona" edita a cura della parrocchia
per i tipi delle Arti Grafiche di Conegliano con il contributo determinante
della Banca di Credito Cooperati-vi delle Prealpi, che è stata
presentata al pubblico domenica 27 dicembre 1998 nella arcipretale dal
direttore dell'archivio diocesano di Vittorio Veneto mons. Nilo Faldon,
autore anche del saggio introduttivo. L'opera, che dispone di una prefazione
dell'arciprete don Terenzio Rusalen promotore dell'iniziativa, è
suddivisa in capitoli ai quali hanno dato il loro contributo vari autori:
rispettivamente Giorgio Mies per la parte storico-artistica, Giovanni
Tomasi sui pievani dalle origini al 1600 oltre all'oreficeria, Oscar De
Zorzi sui pievani e sacerdoti di Fregona dal 1600 ai giorni nostri, con
oltre 180 schede biografiche; don Pietro Zaros ha illustrato il libro
con una serie notevole di immagini a colori, dimostrando ancora una volta
le sue capacità di saper fare arte con la fotografia
Per quanto riguarda il catalogo del patrimonio artistico, come puntualmente
rilevato dalla dott.sa Gabriella Delfini Filippi della Soprintendenza
ai beni storici ed artistici del Veneto nella nota introduttiva, "di
ciascuna delle opere che la chiesa custodisce è fornita una esauriente
scheda che ne ripercorre le vicende storiche e la pone a confronto con
quanto di simile o analogo è conservato nel territorio con il risultato,
in più occasioni, di proporre inediti confronti o attribuzioni
che solo la conoscenza capillare del territorio può far avanzare".
Claudio Rossi
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