GIANCARLO FOLLADOR
TRENTATRE LETTERE DAL LAGER
Prigioniero Agostinetto Primo Eugenio, matricola 50015. Lager Bezeichnung,
M. Stammiger VIII A, Campo n° 15801 -K.d.O., Deutschland, Germania.
Una storia, quella di Primo, uguale in tutto e per tutto a tante altre
di soldati internati dopo l'8 settembre nei campi di concentramento nazisti.
Primo è ritornato dal lager, come si vedrà, in condizioni
fisiche deplorevoli. Ma, di quel periodo che ha trascorso in Germania,
ha lasciato un segno: le lettere che inviava alla moglie, Teresa Stramare
di Pietro e Luigia Dall'Armi, lettere che nessuno ha mai avuto il coraggio
di gettare nel fuoco. La moglie, in particolare, le ha conservate come
una reliquia, accartocciate in un vecchio giornale. Sono rimaste nella
soffitta della casa in una scatola di latta (quelle vecchie scatole di
biscotti!): ogni tanto, dopo la sua morte, andava a prenderle in mano
e tentava di rileggerle per sentirsi ancora moglie di Primo e di ricordare
quei tragici e magnifici momenti in cui il postino bussava alla porta
per recapitare questi messaggi di "sopravvivenza".
Sono 33 "pezzi" di carta di straordinaria importanza ed anche
unici nel loro genere, anche se la giustificazione è scontata.
Da un campo si può scrivere, quando è permesso, descrivere
situazioni falsate della realtà, poi c'è la censura... Ed
allora è interessante prendere questi pochi documenti da un altro
punto di vista: quello affettivo, psicologico, quello linguistico.
A Bezeichnung, a suo dire, Primo stava bene, "asto bene": bisognava
stare bene. Se uno non stava bene era morto e certo non poteva scrivere;
e nessuno avrebbe fatto una comunicazione alla famiglia, sempre in apprensione.
GIANCARLO FOLLADOR. Laureato in lettere, giornalista pubblicista,
insegnante, autore di numerose pubblicazioni su temi storici interessanti
prevalentemente il trevigiano, curatore e coordinatore di importanti testi
di storia locale.
Primo è un contadino, con quella licenza elementare
ottenuta a strappi perché era più il tempo che doveva trascorrere
nei campi e accudire alla stalla che andare a sentire una maestra che
parlava di Mussolini, di conquiste in terra d'Africa, di eroi caduti per
costruire il grande Impero.
A Valdobbiadene il contadino Primo Eugenio Agostinetto aveva pochi fazzoletti
di terra: quelli ereditati dal padre. Terra sempre dura: una parte campagna,
un parte a vigneto, e poi la stalla con quelle poche vacche, tanto spesso
avare di vitelli: una delle poche possibilità per poter raggranellare
qualche lira con una vendita.
Dura da tirare avanti. E sempre con lo sguardo rivolto al cielo benedetto
e maledetto: potevano i preti, in Chiesa, parlare nei loro sermoni di
pazientare anche di fronte ai capricci atmosferici!
E giunge anche l'età di prender moglie: egli, nato il 1° gennaio
1908, sceglie la Teresa Stramare, nata il 21 giugno 1911, e il 23 febbraio
1935, una giornata veramente fredda, di buona mattina la incorona sua
sposa. Pochi invitati: quelli della famiglia. Le poche galline del pollaio
dovevano bastare per tutti. Alla fine della cerimonia l'arciprete monsignor
Bonatto consegna loro un libriccino. Devono attentamente segnare quando
i figli nascono, quando vengono battezzati, quando fanno la prima Comunione
e la Cresima. Primo e Teresa dicono di Sì. E questo libriccino
Teresa, da buona devota di Santa Maria Assunta, lo ha sempre conservato.
E quando Primo era prigioniero in Germania ha letto e riletto quanto vi
era scritto.
Lo ha meditato nelle notti insonni. In particolare "il marito è
il capo della donna, ma non è il padrone: la deve reggere con l'autorità,
ma più ancora con la carità. La moglie è soggetta
al marito, ma non è la schiava, sibbene compagna. A vicenda gli
sposi si debbono: amore, rispetto, compatimento, soccorso".
Primo e Teresa, quelle "cose da ricordarsi", le avevano ben
impresse nella memoria. E Primo, quando era nel lager, si era ricordato
anche di un altro avvertimento "pastorale": "La Provvidenza
impone al marito di procurare alla moglie e alla famiglia quanto "necessario".
Nel lager, Primo non poteva far nulla, anzi era lui che chiedeva aiuto:
un grande aiuto, quello di mettere in bocca qualche cosa per sopravvivere,
per potere rivedere un giorno la famiglia.
Tanto più che prima della tragedia della guerra erano arrivati
i figli: Paolo Pietro il 13 febbraio 1936; Mario Isidoro il 10 maggio
1937; Silvesto Giovanni il 24 giugno 1939. Più tardi farà
la sua comparsa anche Policarpo.
E da questo momento la sua storia diventa comune a quella di tanti della
sua età.
Dopo aver fatto il servizio militare dal 22 ottobre 1928 al 7 settembre
1930 nel settimo Reggimento Alpini, Battaglione Belluno, viene congedato
dall'esercito con la "dichiarazione di aver tenuto buona condotta
e aver servito con fedeltà e onore".
Primo torna a casa, alle sue vacche e alla sua vigna.
Ma il 24 agosto del 1939, mentre stava falciando l'erba ed era tutto occupato
a fare programmi per andare in montagna per far altro fieno, i carabinieri
della stazione di Valdobbiadene si presentano in casa per consegnare il
"biglietto a Primo Agostinetto".
Primo non c'è: è fra i sudori in mezzo al campo poco lontano
da casa. Si era alzato alle cinque e, dopo aver "guarnato le vacche",
aveva preso la falce in spalla.
Teresa non poteva aspettarsi simile colpo. Perdere il marito così,
e con i figli da portare avanti!
Primo viene raggiunto dai carabinieri.
Sorpreso, non sa altro che mugugnare: "I me a ciavà anca mi,
par na guera che no me frega gnent". E poi, partiti i carabinieri:
"Ma chi molderà le vache, chi segherà, chi springherà
le vì!. Dio Madona, Spirito Santo, porca vaca, Santantonio, Santo
Dio, son in merda e chi penserà!".
La mossa istintiva è di riprendersi la falce in spalla e tornarsene
a casa per trovare una consolazione con la sua Teresa, più agitata
di lui. I bambini gli corrono attorno. Ma non sa dare loro una giustificazioen
di quella faccia tirata e della lingua che non sa esprimere nulla.
Teresa lo osserva e tace: l'unica cosa che sa dire è che "el
mondo lè fat cosi
"Cara
Teresina questa e la mia fotografia che ti mando io da soldato e la prima
fotografia che mio foto da soldato.
Il 30 agosto fa già parte del settimo Reggimento
Alpini del Battaglione Cordevole.
Primo torna a casa in licenza agricola. In caserma ha trovato il comandante
benevolo. Nella sua povera dialettica contadina era riuscito a convincere
che era necessario a casa per la vendemmia. E il 12 settembre 1942, e
rimane fino al primo dicembre. Ma non parte: improvvisamente si ammala
e la partenza viene rinviata. Il 12 dicembre, reso idoneo, rientra a fare
parte del Settimo Alpini, Battaglione Antelao, terza compagnia, zona di
operazione Trieste.
Vi rimane un anno e l'8 settembre 1943 è catturato dalle truppe
tedesche. Intanto la moglie Teresa con i figli si trasferiscono a Col
San Martino.
Da una lettera inviata al Distretto Militare diTreviso il 20 marzo 1948,
così il Primo si fa scrivere: "Io sottoscritto dichiaro che
quanto trascrivo corrisponde a verità: fui richiamato alle armi
il 12.12.42 presso il Reggimento 7° Alpini di Belluno, Battaglione
Monte Antelao, Terza Compagnia. Prestai servizio in varie località
e fui catturato dall'esercito tedesco a Villa Opicina il 9 settembre 1943.
Ivi trasportato in Polonia in campo di concentramento di Thom n° 20
a campio di smistamento, restai costì per breve tempo, fui destinato
in seguito al campo di lavoro di Buchenaire n° 15801; ivi assegnatomi
un lavoro materiale pesantissimo, lavorando per 12 ore giornaliere consecutive
rimanendo sempre in terreno umido e talvolta nell'acqua (lavoro di tubazioni),
continui maltrattamenti da parte del personale militare incaricato alla
sorveglianza, cibo scarsissimo e, dalla qualità di questo, non
dava alcun nutrimento, il mio fisico riconosciuto sotto le armi in perfette
condizioni sopportò per un dato periodo queste privazioni, e i
pesanti lavori, ma mi rendevano giorno per giorno sempre più gracile,
finché esaurite quasi completamente di calorie mi pervennero dolori
per tutta la vita, seguito a questi domandai visita medica e fui ricoverato
il 23.2.1944 nell'infermeria italiana del campo n° 8 di Corlitz, riconosciuto
con pleure bilaterale e deperimento organico.
In seguito fui riconosciuto dalle Commissioni mediche tedesche inabile
al lavoro e pertanto in attesa di rimpatrio; partito dal campo per rimpatriare
il 18.2.1945, fui fermato, a seguito eventi bellici, nel campo di Memingen
fino alla fine della guerra.
Rimpatriato il 5 giugno 1945 sempre nelle medesime condizioni fisiche,
fui riconosciuto dal medico condotto con la stessa diagnosi ed inoltre:
affetto d'asma e attacchi cardiaci".
In realtà Primo, dal suo ritorno a casa, non era più riuscito
a rimettersi. Secondo la testimonianza dei figli, lavorava con estrema
fatica e doveva in continuazione ricorrere alle cure mediche.
Secondo un referto rilasciato dal rapporto sanatoriale dell'Ospedale di
Valdobbiadene, "nell'estate dal 1947 ebbe ricaduta di pleurite sinistra
che curò a casa. Dalla metà di marzo 1948 ha tosse con espettorato-dispneaoligomie-senso
di battito al collo sincrono con polso. Viene ricoverato d'urgenza con
gravi dispnee". Dimesso l'8 giugno, ritorna in ospedale i114 agosto,
rimanendovi fino all'8 ottobre". Ma la salute non torna. Dopo una
lunga traversia burocratica, nel 1951 viene dichiarato invalido di guerra.
Primo, e la sua Teresa, non ci sono più da parecchio tempo. Primo
muore il 26 agosto 1954 e la Teresa neanche un anno dopo, nel febbraio
1955. Si sono trascinati a vicenda per vivere insieme un'altra vita.
Di quei tragici giorni trascorsi in campo di concentramento rimangono
queste povere, ma straordinarie lettere e cartoline postali inviate alla
moglie.
Dal campo di concentramento il 20 novembre 1943 scriveva: "Io fino
aora in grazia del Signore mi trovo in buona salute... e datevi sempre
coragio, come che me ne do io e non piangete per me che io asto sempre
con la speranza del Signore che mi aiutano e mi protegiano a tutti i pericoli
e di ritornare presto sano e salvo fra meio ai vostri cuori che stanno
sufrendo per me. Ma sempre cara la tera che presto vignera anche la pace".
"Cara mia Teresa fami sapere come sano i miei bambini, che sempre
mi penso dite e i miei cari bambini". "Altro non poso a scriverti".
E poi il messaggio persistente: un pacco di viveri, per riempire lo stomaco.
Le lettere sono un continuo appello a combattere la fame. Non riesce a
farcela con la brodaglia che i tedeschi passavano al rancio. E come in
tutti i casi di persone internate, anche Primo sentiva che le forze giorno
dopo giorno stavano mancando. Il lavoro in mezzo all'acqua era nocivo
per la sua salute, e mano a mano che i giorni passavano, la speranza di
rientrare ad abbracciare la sua Teresa ed i figli, lo metteva in agitazione.
Ma, nonostante le traversie, questa speranza non poteva abbandonarlo.
Era difficile farla allontanare nelle tante notti insonni passate sul
pagliericcio lordo e puzzolente del lager.
"Speditemi pachi anche dalla crocerosa. Quando che fate un pacho,
fatemelo con una valise"..
E quando arrivava il "paco", Primo rispondeva: "asto bene".
E poi, rivolgendosi a Teresa: "Giu metemi dentro una foto dei bambini
sula letera tacata con la cola". E continua in altra corrispondenza:
"Cara Teresa, quanto desidero che sono di vederti te onita con i
cari bambini, che sempre mi penso e deso che ho ricevuto la fotoghrafia
la guardo sempre... mi pare sempre di averli davanti ai mie ochi tutti
di famiglia, ma speremo che venga presto quel bel giorno di vedersi tutti
oniti di famiglia e di fare un bel pranzo asieme e di bevere un bechiere
di vino buono, perche e quindici mesi che non sagio più vino".
Il suo vino, quello che riusciva a fare nella sua piccola cantina col
pavimento di terra battuta e conservare con amore fino alla vendemmia.
Scriveva il 26 agosto 1944: "Cari genitori e fratelli, quando fate
il vino novo, fate un po di vino buono per me per rinforsarmi le ghambe".
Non poteva certo dimenticarselo.
E poi il 25 novembre: "Cari genitori e fratelli non vendetelo tutto
il vino buono, lasiateme un poco anche a me che mi torno a fare la cropola
dentro le budele. Fami sapere quanto vino che avete fato o se la avete
venduto".
In una delle sue ultime lettere, a conclusione, Primo scrive: "Cara
Teresa, te diro che dopo venti misi di questa bruta, lunga vita di prisonia,
mi sono riuscito di ritornare ancora in Italia sano e salvo con la ghrazia
di Dio e la Madona e tutti i Santi che mi ano aiutato tanto quando io
era in fermaria e non credevo mai più di fare una lunga vita presonia
in Germania".
E Primo tornava a casa per sopravvivere ancora, con tanta difficoltà,
solo sette anni. Sette anni di tormento, di delusione della vita, ma sempre
accompagnato dai figli e dalla sua carissima "molge" Teresa.
Anche Primo, come tanti altri, è stato vittima di quella insensata
guerra inventata da un regime. Egli che, delle faccende politiche, non
sapeva nulla, è rimasto coinvolto in quel turbine assurdo fino
alle estreme conseguenze.
In campo di concentramento sognava la sua terra, le sue vacche, i suoi
figli, la sua Teresa. Forse la forza di sognare gli ha dato la forza di
sopravvivere a quella spietata filosogia di annientamento nazista. E'
riuscito a tornare per gustare in pace quel suo tanto agognato "goto"
di prosecco.
E come si è detto, la sua storia è stata simile a tante
altre, povera, sofferta e nel contempo mirabile.
Ma non per questo la sua storia è sullo scalino inferiore delle
grandi storie degli uomini "grandi".
È commovente l'ultima lettera, quando sulla strada del Brennero
stava entrando in Italia: "Cara Teresa, mentre che io ti scrhivo,
mi trovo giu al Brenero e spero fra giorni di essere fra le tue bracia
con i miei cari bambini e tutti di famiglia. Ma spero romai che sia vicino
quel beato giorno di gioia, contenteza per me di esere a casa fra le tue
bracia, come pure e una grande contenteza anche per te di esere fra le
mie bracia.
Poi quel giorno che io arivo, se trovo tutto bene che non sia malore per
me e un belisimo giorno, più bello di quando che siamo sposati
e credo che sia anche dite e tutti di famiglia.
E quando io sero in piazia di Col. Sa. Marttino ti mandero a dire che
tu venga in contrarme con i miei cari bambini.
E se tutto vano bene canteremo ghloria Dio e pace in tera ai uomini di
buona volontà".
1) Foglio senza data.
Prigioniero Agostinetto Primo.
Matricola 50015. Lager Bezeichnung, M-Stammlger VIII A
Campo n° 15801-K.d.0.
Deutschland, Germania.
Pani 22, 9 etti farina, una camicia, 4 pachetti tabaco,
due gomitoli filo, aghi.
Mitente: Agostinetto Paolo, Col San Martino, Pr. Treviso.
2) Senza data. (È presumibile che questa cartolina a stampa
sia stata inviata alla famiglia al momento dell 'internamento)
Absender:
Vor und Zuname: Prigionieri Agostinetto Primo.
Gefangenennumer: 50015
Lager-Bezeichnung: V III A
Deuschland (Allemagne)
Hier abtrennen! Staccare qui
Mettere l'indirizzo in dupl. copia nell'interno dei pacchi
Istruzioni concernenti la spedizione e l'imballaggio dei
pacchi postali
I colli postali ed i piccoli pacchetti saranno distribuiti
soltanto se portano questo indirizzo stampato. Tutti i pacchetti l'indirizzo
dei quali non è stato incollato sull'imballaggio non vi perverranno
ed il contenuto sarà distnbuto agli altri prigionieri.
L'imballaggio deve essere solido e resistente, altrimenti i pacchi si
disfano e si perdono.
(Primo Agostinetto non aggiunge altra nota. Di suo pugno
è solo l'indirizzo del Lager.)
3) La cartolina postale è scritta il 21 novembre 1943, porta
la data di partenza dal Lager
3.12.'43, 9-10 N, arriva a Colsanmartino 1'8 dicembre 1943. Porta il nome
del campo di
concentramento: Rdo 15801, stalag VIII A.
Recto: Signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Italia, Pro. Treviso.
Agostinetto Primo n° 50015.
Kriegsgefangenenlager
21.11.1943
Cara mia moglie e geninitori vi da notto della mia buona
salute e cosi spero sempre dite e i bambini e genitori tutti di famiglia,
fami sapere come che stano i miei bambini e te come tu ti trovi? Non pensare
di me io sto bene e sono sul lavoro e i miei frateli non trovo.
Atendo tue notizie più presto sia pos (ibile) (l'ultima riga è
censurata).
4) La lettera è scritta il 28 novembre 1943. Il timbro del
lager è del 9.12. '43, arriva a Colsanmartino il 18.12. '43.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Italia, provincia
Treviso.
Verso: Alpino Agostinetto Primo n° 50015, Lager Bezeichnung:
M-Stammlager VIII A, Kommando-Nr.: 15801
28.11.43
Carisima moglie e genitori, vengo a voi tutti di famiglia
con quete mie poche righe che dopo un lungo tempo vi poso dare mie notizie.
Io fino aora in grazia del Signore mi trovo in buona salute e cosi spero
di voi tutti di famiglia e datevi sempre coragio, come me ne do io e non
piangete per me che io asto sempre con la speranza del Signore che mi
aiutano e mi protegiano a tutti i pericoli e di ritornare presto sano
e salvo fra meio ai vostri cuori che stano sufrendo per me. Ma sempre
cara la tera che presto vignera anche la pace. Poi ve diro che mi trovo
in sieme di Antonio gnucco e siamo nel lavoro asieme fino aora presente.
Cara mia Teresa fami sapere come che stano i miei bambini, che sempre
mi penso dite e i miei cari bambini. Puoi farmi sapere dei miei fratello
se i sono a casa e fami sapere qualche cosa de mestieri di casa.
Altro non poso a scriverti che salutarti di vero cuore te e tutti di famiglia
e sono tuto marito Eugenio.
Ciao, informati se tu puoi mandarmi pachi, di ciao.
5) La cartolina postale porta la data del 12 dicembre 1943, è
spedita dal lager il 31.12. '43
ed arriva a Colsanmartino il 9.1. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, Posmon Agostinetto
Primo n°
50015, stalag VIII A.
12.12.43
Carisima mia moglie e famiglia, ecomi che ti mando ancora
le mie notizie che fino aora asto bene e non pensar di me e sono sul lavoro
insieme di Toni gniuco io asta sempre co lu. Che tu sta bene te e bambini
e tutti di famiglia, io ti saluto tantto te e i miei cari bambini e famiglia
e sono il tuo caro marito Eugenio, ciao, sempre coragio.
6) La lettera è scritta il 25 dicembre 1943.
Viene spedita dal campo il 7 gennaio '44, arriva
a Colsanmartino il 15.1.'44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa Marttino, via Posmon Crede,
Italia, pr. di
Treviso.
Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 15801, stalag VIII A.
Natale 25.12.43
Carisima mia moglie e vengo a te oggi che e il giorno di
Natale vengo a te con queste mie poche righe perché di più
non poso pe dirti le mie, le mie notizie che fino a ora asta bene e cosi
spero dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia che tantto desidero
di vedervi, ma qui non si sa quando che sara quel giorno che si potra
a vedersi, ma sempre coragio losteso e stiamo sempre con la grazia del
Signore che abiano da venire la pace presto. Poi ti o scrito quatro volte
e io adeso asto sempre con le braccia aperte per avere le tue notizie.
Fami sapere come tu ti trovi te e bambini e tutti di famiglia poi dispiegarmi
un podi casa, come che la vano e in italia come che vi trovete. Fami sapere
qualche cosa e miei fratelli.
Cara Teresa fati sempre coragio e non pensare tantto di me che io sono
sul lavoro in sieme di Toni gniuco e tuo fratello Davide non lo so dove
che si trova.
Altro non so cosa a dirti che salutarti di vero cuore te e i bambini e
tutti di famiglia e sono tuo marito Eugenio ciao.
Informati se tu puoi mandarmi dei pachi, ciao.
7) La cartolina postale porta la data del 10gennaio 1944. Ha il visto
dal campo il 19.1. '44
ed arriva a Colsanmartino il 26.1. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa. Martino, via Posmon Crede,
pr. Treviso,
Italia.
Verso: Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.
10.1.44
Carisima mia moglie vengo a te con queste mie poche parole
per darti notto della mia buona salute e cosi vorei sperare dite e i miei
cari bambini e tutti di famiglia.
Ogni giorno aspeto le tue care notizie. Altro non mi alungo che salutari
di cuore te e famiglia e sono tuo caro Eugenio, Ciao.
8) La lettera è arrivata il 14, febbraio 1944 e data del campo
26.2. '44. Arriva a destinazione in data imprecisata, visto che il timbro
postale risulta stampato solo a metà.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
pro. Treviso, Italia.
14.2.44
Carisima mia moglie, vengo a te e genitori con queste mie
poche righe per farti sapere della mia buona salute e così vorrei
sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia. Cara Teresa ti
diro che ogi miano detto i nostri superiori che si può far venire
i pachi anche senza scontrino che il comando li pasano lo steso, e alora
apena che tu puoi spediscimi subito un paco, perche o bisogno e meti detro
un paio di braghe, una malia e uan camicia e da mangiare piu di tutto,
perche o fame e un po di sapone per la barba e filo da pontare e tabaco,
ma piu di tutto roba da mangiare: pane o riso, o farina.
Poi e tantto tempo che atendo le tue notizie, perche ne o preso una volta
solo, dunque puoi in maginarti quanto che asto aspetare le tue notizie
e specialmente i pachi. Io sono ancora sul lavoro e non pensare di me
perché mi dano anche un po di pagha, ma non tanto. Altro non so
cosa a dirti, che salutarti di vero cuore te e baci ai miei cari bambini
e vi saluto tutti di famiglia e sono per sempre il tuo caro marito Agostinetto
Primo. Adio, ciao e stami bene.
9) È una cartolina sul recto della quale è scritto,
oltre l'immagine dell'Italia, di un militare
e di un gruppo di persone attorno un tavolo intenti a discutere, "L'ITALIA
NON SI SALVA
CON DISCUSSIONI !" Non ha data. Parte dal lager il primo marzo 1944.
Non c'è la data di arrivo a destinazione.
La cartolina reca stampata la seguente dicitura: VV Pr/V-I Nr 10
Po-X-1943 E.G.A.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Cordiali saluti a te e tutti di famiglia e sono il tuo caro marito
Eugenio che sempre ti ama si e mi penso sempre dite e bambini, adio, ciao
a tutti di famiglia.
Mitente: Alpino Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.
10) La lettera porta la data del 4marzo 1944. Il timbro del lager
è illeggibile. Essa arriva a
Colsanmartino il 22.3. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.
4.3. '44
Carisima mia moglie e famiglia. Vengo con queste mie poche
righe per farvi sapere della mia buona salute e cosi vorei sperare dite
e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Te diro che mi trovo in fermeria per i piedi gonfi, ma adeso mo sono disgonfiato
e comi. di stare meglio e perquesto non aver nesun pensiero. Stai pure
tranquila. Qui o trovato anghe tuo fratello Davide e lui sperano di venire
in Italia, perchè el se un po malato. Ma taci, non dirli niente
a sua moglie.
Poi adeso ti speso anche il modolo per il paco e fami un piacere di spedirmi
subito il paco e dentro pane biscotato, roba da mangiare piu di tutto
e tabaco, perche con il tabaco si trova da mangiare e meti dentro un po
di filo da pontare e sapone da barba e una camicia e una malia e un paio
di braghe, ma piu di tutto mi racomando roba da mangiare, pane.
E sono qui che atendo sempre le tue notizie, perchè dopo dela prima
volta non ne o mai preso niente.
Altro non mi alungo che salutarti di vero cuore e baci ai miei bambini
e saluti a tutti di famiglia. E sono il tuo caro marito Eugenio e saluti
a tutti i avicinanti, adio, ciao stami bene ate.
(11) È una lettera al fratello Terzo scritta il 5marzo 1944
dal lager di Bezeichnung. Il timbro di partenza è del 20.3. '44.
La lettera arriva a Valdobbiadene in data imprecisata, in quanto manca qualsiasi
riscontro.
Recto: Al signor Agostinetto Terzo, Valdobbiadene, via Buse Rochat, Pro.
di Treviso, Italia. Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 50015, stalag
VIII A.
5.3. '44
Caro fratello, vengo con queste mie poche righe per farti sapere della mia
buona salute e cosi vorei sperare dite e tua famiglia.
Te diro che ti mando questa letera anche a te, perche ovuto una letera di
piu e alora o volia mandartela a te e ti mando anche un modolo per il pacho,
se tu amandarme un paco e meti dentro pane, che siano biscotato e a me mi
basta pane, perchè o fame e se tu puoi, meti dentro anche tabaco,
perche col tabaco trovo da mangiare e speciscilo subito.
E poi te diro che tanto tempo che non ricevo piu posta dala famiglia e sono
qui che la aspeto ogni giorno, ma non avedo ma non avedo mai rivare niente
e non lo so il perche.
Ma io asto con la speranza che i stiano bene tutti, ma non vedendo le sue
notizie, io asto sempre con il pensiero che stiano male, perche e due mesi
che non ricevo più le sue notizie.
Altro non so cosa dirti che salutarti di vero cuore te e tua famiglia e
sono tuo fratello Eugenio. Adio, ciao, stami tantto bene, atendo le tue
notizie subito con il paco, ciao.
12) La lettera porta la data 18 marzo 1943. Parte dal lager il 13.4.
'44 ed arriva alla moglie
il 23.4. '44.
Recto: Alla Signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. Treviso,
Italia.
Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.
18.3. 44
Carisima mia moglie e genitori, vengo con queste mie poche
righe per farvi sapere della mia buona salute e cosi vorei sperare di
voi e tutti di famiglia.
Cara Teresa, giorni fa o ricevute due letere, una tua scrita in data del
giorno 13 febraio e laltra e quela che miano scrito la padrona e ai scrito
anche te insieme e godo nel sentire dela vostra buona salute, cosi pure
contracambio i saluti della padrona e miano tocato a fare legere dal interpete
perche la aveva scrito per tedesco, ma piu di tutto sono rimasto contento
nella tua letera, perche tu mi ha spedito il paco e adeso asto aspetarlo
giorno per giorno il paco, perche o della fame.
E adeso ti spediso un modolo per un paco e altri due modoli lo spediti
ai primi di marzo, uno a te e uno a mio fratello terzo. E apena che ricevi
il modolo, spediscilo subito il paco, perche qui e fame e non si pensa
altro che da mangiare.
Tuo fratello sperava di venire in Italia e io sono in lista anche me per
venire in Italia, non so quando che mi mandano. Ma i pachi spediscili
losteso sianca se dovese da venire in patria, perche e melio che li perdo,
piutosto di non venire in patria.
Altro non mi alungo che salutari di vero cuore te e bambini e tutti di
famiglia e sono tuo caro marito Eugenio, ciao.
13) La cartolina postale data 20aprile 1944 e porta il timbro del
campo del 3.5. '44, non c'è
quello di arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.
20.4.44
Carisima mia moglie e venitori, ve diro con molto piacere
che o ricevuto il paco, quelo che miavete spedito con il modolo e adeso
aspeto quelo senza modolo che e due mesi che sono per strada. Poi ve diro
che spero di rimpatriare in Italia presto, poi io asto bene e cosi spero
sia di voi tutti di famiglie e mia moglie e sono tuo caro marito Eugenio,
adio, ciao.
14) La cartolina postale data 22.4.1944. Parte dal lager il 4.5.
'44. Manca il timbro postale
di arrivo.
Recto: Pri. Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.
Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa Marttino, via Posmon Crede, prov.
di Treviso, Italia.
22.4.44.
Carisima mia moglie, te dirò che con molti piacere
ierisera o preso tue notizie quela letera che ano scrito Giovanni Brunoro
e sento che erano in Polonia e adeso si trovano a casa, ma così
pure se Dio mi da e tutti i Santi mi da la Grazia spero di rimpatriare
presto in Italia anchio. Godo che state bene tutti di sa e pure e di me.
Saluti tuo Eugenio, adio, ciao.
15) La cartolina postale è scritta il 29maggio 1944 e parte
dal lager il 10.6. '44. Non reca
il timbro di arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa. Marttino, via Agostinetto
Primo n° 50015,
stalag VIII A.
Carisima mia moglie e genitori, dopo tanto tempo, mi ano
dato una cartolina per scrivere. Ve diro con molto piacere laltro giorno
o ricevuto una cartolina in data del 15 aprile e anche una letera da mio
fratello in data del 28 aprile e fino aora o ricevuto anche quatro pachi.
Il lultimo lo ricevuto il giorno 18 aprile e o inteso della vostra buona
salute tutti di famiglia e cosi pure e di me fino aora io pure. Vi saluto
tutti di famiglia. E speditemi pachi.
Cara Teresa ti saluto te e bacia bambini, tuo Eugenio, ciao.
16) La cartolina postale porta la data del 7giugno 1944 e quella
del campo del 19.6. '44. Non
è noto l'arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Martino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo n°. 50015, lager VIII A.
7.6.44
Carisima mia Teresa, vengo a te con questa cartolina per
farti sapere che adeso mi trovo vero bene e tu puoi stare tranquila che
asto bene, ma o trovato il figlio di Giovanni. . . (tre righe sono censurate)
. . . mi ano aiutato tantto e se potete date qualche cosa da mangiare
che le spedisa al suo figlio nei pachi, perche mi anno asestito tantto
con il mangiare.
Ti saluto te e ti mando i miei baci a te e bambini, e sono tuo Eugenio.
17) Lo stesso giorno scrive un'altra cartolina postale, la data di
partenza è identica alla precedente e così le indicazioni
di indirizzo e mittente.
7.6.44
Carisima mia Teresa, ti faro sapere che mi trovo ancora
qui in ferrnaria, ma asto bene, me ce poco da mangiare, ma o Spadeto.
. . (tre righe sono censurate) .. . qualche cosa da mangiare a Spadet
che le mandato al suo figlio. Io ti saluto e ti bacio te e bambini e vi
saluto tutti di famiglia e sono tuo marito Eugenio, adio, ciao.
18) La cartolina postale è del 19giugno 1944 e parte dalla
Germania il 5.7. '44 per arrivare
a Colsanmartino il 27.7. '44.
Recto: Alla signor Agostinetto Paolo, Col Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.
19.6.44
Carisimi genitori, laltro giorno con grande gioia o ricevuto
le vostre notizie e godo nel sentire della vostra buona salute e cosi
pure e di me. Poio inteso che me avete spedito 6 pachi. Ve dico che ce
no ricevuto 6 pachi compleso quelo di mio fratello Terzo. Adeso vio spedito
4 modoli:
tre a voi e uno a Terzo. Speditemi pachi anche dalla crocerosa. Quando
che fate un pacho, fatemelo con una valise.
Contracambio i saluti di tutti che dimandano di me, sorelle e cognati.
Io vi saluto voi e tutti di famiglia e sono vostro figlio Eugenio, dio,
ciao.
19) La lettera è scritta il 20luglio 1944 e parte dal lager
1' 8.8. '44 per arrivare a Colsanmartino
il 17.8. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Prigioniero Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.
20.7.44
Carisima mia Teresa, vengo a te e i miei cari genitori con
questa mia letera per farvi sapere della mia buona salute e cosi asto
sempre con la speransa dite e i miei cari bambini e genitori, fratelli
e cugnati. Spero che astate bene tutti.
Cara Teresa e genitori, ve diro che con gran gioia ieri o ricevuto due
pachi,uno cera de mio fratello Terzo e i erano tutti due con il modolo
spediti nel mese di giugno e sono rimasto contento della roba che mi avete
mandato, del pane, riso, pasta, lardo e dadi e due salami e i tubeti di
medicina e tabaco e sigarete e 6 rome, o trovato tutto quelo che avete
scrito sulla carta. Ma piu di tutto sono rimasto contento che mi sono
in gropato il cuore di piangere a vedere la fotografie dei miei cari bambini
che tanto desidero di vederli.
Nel paco di mio fratello o trovato pane, riso, butiro coto, una sopreseta,
4 pachi di tabaco, 2 pa. sigharete, 2 pa. cartine, 32 rome e ve ringrasio
tanto di tutta la roba che mi avete mandato, perche con 8 pachi che o
ricevuto e la buona gente de mondo di Gino Spadetto, mi sono rimeso tantto
che asto bene fino aora e mandatemene pur ancora, fate un gran sachreficio,
madateme di tutto quelo che potete che potro anchio un giorno venire in
Italia e di . . . (la parola Italia è censurata).
Termino con salutarvi di vero cuore tutti di famiglia e sono tuo caro
marito Eugenio, adio, ciao.
20) La cartolina postale è datata 28.7.1944 e parte il 4.8.
'44 e non riporta il timbro postale
di Colsanmartino.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Martino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Mi. Agostinetto Primo n° 50015, lager VIII A.
28 .7 .44
Carisima mia Teresa e genitori, ve dico che con gran piacere
laltro giorno o preso vostre notizie, due cartoline in data del giorno
28 giugno e laltra del 23 giugno e una letera in data del giorno 28.6
e godo nel sentire della vostra buona salute e cosi pure e di me. Sono
rimasto contento dei bachi che cisono andati bene. Io ho ricevuto 8 pachi
in tutto e sono rimasto contento.
Vi saluto tutti di famiglia e suo tuo caro marito Eugenio, ciao.
21) La cartolina postale è scritta il 13agosto 1944. Riporta
il timbro del campo del 24.8. '44.
Manca il timbro di arrivo.
Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro.
di Treviso, Italia.
Agostinetto Primo n° 50015, lager VIII A.
13.8.44
Carisima mia Teresa, giorni fao ricevuto una cartolina in
data del giorno 17luglio e godo nel sentire dela tua buona salute te e
i miei cari bambini e tutti di famiglie e cusi pure e di me fino aora.
O inteso che sei andata a trovare Metto Giacom e cosi tia dispieghato
come mi trovo me e che sei un po consolata. Stai pure tranquila che io
asto bene. Poi sento che miai spedito un paco dal figlio di Spadetto e
altri due con il modolo. Io ceno ricevuto due pachi spediti il giorno
30 giugno, ma uno era di mio fratello Terzo, poi tre dico che o ricevuto
la mia maglieta, un paio di braghe e sapone da barba e sapone da lavare.
Saluti e baci a te e bambini e tutti di famiglia e sono tuo Eugenio, ciao.
22) La cartolina postale è del 16 agosto 1944 e porta il timbro
del lager del 24.8. '44 e non
quello di Colsanmartino.
Recto: All signor Agostinetto Paolo, Col. Sa, Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Pri. Agostinetto Paolo (ma certamente c'è un errore) n° 50015,
stalag VIII A.
E' un modulo per l'invio del pacco viveri.
KRIEGSGEFANGENENSENDUNG
Invio ai prigionieri di guerra
Al prigionieri Agostinetto Primo
Gefangenennummerm: 50015
Lager-Bezeichnung: M. STAMMLAGER VIII A
Kommando-Nr. VIII A
Deutschland (Germania)
Mettere l'indirizzo in dupl. copia nell'interno dei pacchi
Instruzioni concernenti la spedizione e l'imballaggio dei
pacchi postali
I colli postali ed i piccoli paccheti saranno distribuiti soltanto se
portano questo indirizzo stampato. Tutti i pacchetti l'indirizzo dei quali
non è stato incollato sull'imballaggio non vi perverranno ed il
contenuto sarà distribuito agli altri prigionieri.
L'imballaggio deve essere solido e resistere, altrimenti i pacchi si disfano
e si perdono. (Il testo è a stampa)
23) La cartolina postale con l'annesso modulo porta la data della
precedente, ma questa volta c'è il timbro di arrivo a Colsanmartino:
27.9. '44.
24) La lettera è scritta il 26 agosto 1944. Il timbro del lager è
del 16.9. '44. Essa arriva a
Colsamartino il 10.10. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Prigioniero Agostinetto Primo, n° 50015.
Auf diese Seite schreibt nur der Kriegsgefangene!
Questa pagina è riservata al prigioniero
Deutlich auf die zeilen schreiben
Scrivere soltanto sulle linee e leggibilmente
26.8.44
Carisima mia Teresa. Laltro giorno con molto piacere o ricevuto
la letera in data del 31.7. e una cartolina in data del 1.8. e godo nel
sentire della tua buona salute te e i miei cari bambini e tutti di famiglia
e cosi pure e di me fino aora presente.
Te dico che sono rimasto molto dispiacente quando che o ricevuto la cartolina
a sentire la disgrazia del tuo fratello Davide che sono morto io, o pensato
subito male, quando che tu miai deto che tu sei andata a trovare Meto
Giacomon e di tuo fratello non tu miai detto niente, erano tirato male,
si ma non credere che dovese da morire subito. Poi i pachi che tu miai
spedito il 30 giugno ho ricevuti, ma sono rimasto dispiaciuto perche non
mi ano dato piu la fotoghrafia e i tubeti di vitamina ali altri miei compagni
le ano mandato le foto e le letere e vitamina e a me non mi ano mandato
niente, ma se tu puoi mandare ancora vitamina nei pachi e una fotografia
dei bambini.
Poi sento che tu ai ricevuto i due modoli che te o spedito ai 19.
Giu metemi dentro una foto dei bambini sula letera tacata con la cola
dinuovo, ciao.
E adeso in questo mese te no spedito altri 3 modoli, in tutti ce nai 5
modoli e adeso aspeto il paco che tu miai spedito dal figlio di Spadetto.
Poi sento che la campagna vano abastanza bene anche dei fagioli e il fru.
Fami sapere anche di Faion come si trovate. Poi ti diro che mi torvo ancora
qui in fermaria, ma asto bene, poi sono asieme anche con Berto Fontana
dala Riva. Altro non mi alungo che salutarti di cuore te e baci a bambini
e tutti di famglia e sono tuo caro marito Eugenio, ciao.
Speremo che si fenisa presto questa guera e di vedersi presto.
Cari genitori e fratelli, quando fate il vino novo, fate un po di vino
buono per me per rinforsarmi le ghambe, poi contracambio i saluti di mie
sorelle e cugnati e tutti queli che dimanda di me, dinuovo vi saluto tutti
di famiglia e sono vostro figlio Eugenio.
Adio, ciao, ciao tutti.
25) La cartolina postale è scritta il 29 settembre 1944 e
parte dal lager il 5 ottobre, non c'è
riferimento dell'arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.
29.9.44
Carisima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia
con questa mia cartolina per farvi sapere della mia buona salute, fino
aora presente, e cosi asto sempre con la speranza di voi tutti di famiglia
che state bene.
Cara Teresa, te diro che desidero sempre ogni giorno di vedere il tuo
scrito per sapere qualche novita di tutto e asto sempre aspetare che dei
pachi e tantto tempo che non ricevo piu posta e dei pachi. Io del mese
di agosto tio spedito tre modoli.
Altro non mi alungo che salutarti te e baciarti te e bambini e tutti di
famiglia e sono il tuo caro maritino Eugenio, adio, ciao a tutti di fa.
26) La lettera è datata 4novembre 1944 e porta il timbro di
partenza del 23.11. '44. Arriva a Colsanmartino il 18 gennaio 1945.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino,
via Posmon Crede, Pro. di Treviso, Italia.
Verso: All, prigioniero Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.
4.11.44
Carisima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia
con questa mia letera per darvi noto della mia buona salute, fino aora
presente e cosi vorei sperare di voi tutti di famiglia. Ve diro che o
ricevuto le vostrte care notizie, una letera scrita il giorno 5 setembre
e o inteso che astate aspetarmi presto se finise questa guera. Anchio
e tanto tempo che asto aspetare quel bel giorno de la pace par venire
fra voi tutti di famiglia, ma invece mi dispiace tantto di dover cominciare
un nantro inverno e che fano fredo come lano scorso e cominciano gia il
fredo e mi trovo senza robe da iverno, camicia, malie e mutande e calzeti.
Ma sempre coragio, come che o pasato il linverno scorso, nudo e crudo,
io spero di di fare anche qeusto, ma poi ve dico che non spero di pasare
tutto linverno qua io, asto sempre con la speransa che se fenise presto
questa guera e di fenire linverno. a casa con voi tutti di famiglia.
Poi e tantto tempo che aspeto sempre se mi rivano dei pachi per trovare
robe da inverno e riso e pasta e pane e roba da condimento e anche tabaco
e sigharete e filo da pontare e sapone, anche qualche filo di salame o
qualche peso di formagio o farina di frumento o di polenta. Altro non
mi alungo che salutarvi di cuore tutti di famiglia e sono il tuo caro
maritino Eugenio, ciao.
Il figlio di Spedetto mi dice che vi salutano tutti di famiglia e a me
salutatemi suo padre, io pure contracambio i saluti di mie sorelle e cugnati
e tuti quelli che dimandano di me. Cara Teresina contracambio i tuoi cari
baci da te e il mio caro Silvestrino e Policarpo, io pure ti bacio te
e bambini e ti penso sempre e sono tuo caro marito Eugenio, ciao.
27) La lettera porta la data del 4 novembre 1944 e parte dal lager
il 23.11. '44 per arrivare
a destinazione il 18.l.'45.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede.
Pro. Treviso,
Italia.
Verso: All, prigioniero Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.
4.11.44
Carissima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia
con questa mia letera per darvi noto della mia buona salute fino aora
e cosi vorei sperare di voi tutti di famiglia. Ve dirò che o ricevuto
le vostre care notizie, una letera scrita il giorno dela Madona del Caravaggio
e una cartolina scrita il giorno 5 setembre. O inteso che astate aspetarmi
presto se finise questa guera, anchio e tanto temo che asto aspetare quel
bel giorno della pace per venire fra voi tutti di famiglia. Ma invecce
mi dispiace tantto di dover cominciare un nantro inverno qua e che fano
fredo come lano scorso e cominciano gia il fredo e mi trovo senza robe.
(la lettera è interrotta in questo punto, manca il seguito).
28) La cartolina postale porta la data del 19 novembre 1944 ed il
timbro del lager del 9.12.
'44, non compare quello di arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.
Breslavia, 19.11.44
Carisima mia Teresa, vengo a te e genitori con questa mia
cartolina per farti sapere dela mia buona salute e cosi vorei sperare
dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Cara Teresa te diro che dopo quatro mesi mi ano dato la fotoghrafia dei
miei cari bambini quela che miai mandato nel paco. Io romai la avevo mesa
persa e la vitamina invece non me lano data. Atendo sempre tute notizie
(il resto è censurato si riesce a leggere solo "sempre tuo
caro marito".
29) La lettera è scritta il 25 novembre 1944 e parte dal lager
il 5 dicembre '44. Essa arriva
a Colsanmartino il 3 marzo '45.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, vi. Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: M. prigioniero Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.
25.11.44
Carisima mia Teresa e genitori, vengo a te e tutti di famiglia
con questa mia letera per farti sapere dela mia buona salute, fino aora
presente e cosi vorei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Cara Teresa, quanto desidero che sono di vederti te onita con i cari bambini,
che sempre mi penso e deso che ho ricevuto la fotoghrafia la guardo sempre
perche mi asogno sempre dite e i miei bambini.
Mi pare sempre di averli davanti ai miei ochi tutti di famiglia, ma speremo
che venga presto quel bel giorno di vedersi tutti oniti di famiglia e
di fare un bel pranzo asieme e di bevere un bechiere di vino buono, perche
e quindici mesi che non sagio più vino.
Cari genitori e fratelli non vendetelo tutto il vino buono, lasiateme
un poco anche a me che mi torno a fare la cropola dentro nele budele.
Fami sapere quanto vino che avete fato o se la avete venduto e la biava
e anche la stala se la bene e i mestieri di famiglia.
E tanto tempo che aspeto sempre i pachi e le vostre notizie per sentire
di tutto e anche della Italia come che si trova. Con me spedite dei pachi,
speditemi riso pasta e farina di polenta o di pane e robe da vestirsi,
malie e camicie e mutante e calzeti e una sciarpa per qui fa fredo. Io
spero che me rivano presto quel giorno dela pace, ma questa roba speditemela
losteso. Altro non so cosa a dirvi che salutarvi tutti di famiglia e sono
vostro figlio Eugenio che sempre si pensa di tutti.
Cara Teresa ricevi i miei più cari saluti e baci a te e miei cari
bambini e seno sempre il tuo caro marito Eugenio, adio, ciao, stami tanto
bene.
Dentro nei pachi mandami anche Tabaco, anche in folie.
Sono rimasto contento di Silvestrino che e venuto grande e poi e un bel
moretino anche Policarpo, ma mandami la fotoghrafia anche de miei nipotini,
quelo di Giovani e quelo di terzo.
30) La lettera è scritta il 22dicembre 1944 e reca il timbro
del campo del 30.12. '44. Arriva
a destinazione l'8 marzo 1945.
Recto: All dignora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede,
Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Mittente, Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.
22.12.44
Carisima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia
con questa mia letera per farvi sapere che con gran gioia l'altra setimana
o ricevuto le vostre notizie, due cartoline in data del 11.9 e laltra
21.9 e una letera in data 16.10 e godo nel sentire dela vostra buona salute
tutti di famiglia e cosi pure e di me fino a ora presente. Ma più
di tutto sono rimasto contento perche in questi giorni o ricevuto un paco
con dentro le fotografie dei mie cari bambini e un vaseto di graso e 25
pani e fagioli e adeso aspeto l'altro paco per fare le feste di Natale.
Cara Teresa come che tu midici nela letera e le cartoline che tu miai
spedito due pachi, uno sensa modolo, quelo col modolo lo ricevuto e spero
sempre in questi mesi che tu mi abia spedito ancora dei pachi anche senza
modoli. Poi dentro nela letera che o ricevuto o trovato la foto dei miei
cari bambini. Quele nel paco sono rimasto contento perche mi sembra che
siano grandi e non pasa giorni che i guardano sempre non tu puoi in maginarti
quanto contento che sono avere quele foto, perche li guardo sempre e mi
pare sempre di avervi davanti di me. Ma vignera anche quel belisimo giorno
dela pace e di poter abraciarsi tutti assieme;
Cara Teresa o sentito nella letera che sei tanto avelita per me di non
poter aiutarmi, dati sempre coragio e non pensare tanto di me perche fino
che asto bene come adeso e che Dio mi aiuta e che tu poi mandarmi dei
pachi, vengo in Italia sicuro.
Ho inteso tuto quelo che tu miai deto (la conclusione della lettera è
censurata, ma si riesce a leggere) nela letera e le cartoline. Altro non
mi alungo che salutarti e baciarti te e i miei cari bambini e tutti di
famiglia e sono il tuo caro marito Eugenio. Tanti saluti dal figlio di
Spadetto e di Fontana.
31) La cartolina postale è scritta il 13 gennaio 1945 e porta
il visto del lager del 29.1. '45.
Manca del timbro di arrivo.
Recto: Ala signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon, Crede.
Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: M. Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.
13.1.45
Carisima mia Teresa, vengo a te e a tutti di famiglia con
questa mia cartolina per farti sapere della mia buona salute fino aora
presente, e cosi vorei spera sempre dite e i miei cari bambini e tutti
di famiglia.
Cara Teresa di faro sapere che laltra settimana o ricevuto il pacho che
tu miai spedito a Valdobbiadene senza modolo, con dentro cera riso, zuchero,
lardo, sopresa, un paio di calzeti, tre tubeti di vitamine. O trovato
tutto come cera scrito nela carta. Quando tu spedisi dei pachi, mi racomando
del tabaco.
Saluti e baci a te e miei bambini e tutti di famiglia e sono tuo caro
marito Eugenio, adio, ciao.
32) La lettera porta solo la data di redazione: 13marzo 1945. Essa
non è più su carta intestata del lager e non reca nessun timbro
postale.
Cara mia Teresa e genitori e fratelli, vengo con queste
mie poche righe per farvi sapere della mia buona salute e fino aora presente
e cosi vorei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Cara Teresa te diro che non sono piu sul campo di concentramento, dove
ero prima. Sono avicinato alla Italia e mi ano trasportato su nantro campo
e la sono stato Otto giorni e poi mi ano mandato pure a lavorare e sono
su una famiglia di contadini a lavorare e fino aora mi trovo bene, specialmente
col mangiare, perche mangio quatro volte al giorno e mangio al bisogno
e il lavoro e groso e lavoro soltanto che sula stala, ma a trentatre bestie
da guarnare e quindici vache da moldere ala matina e ora che finiso da
quarnare viene le ore 11 e poi dopo che mi posto tutta la roba per dare
da mangiare ale bestie alla sera e la mattina viene ora che comicio da
quarnare alla sera e non mi avanza cinque minuti di riposo. . . di stare
bene e di avere il mangiare al bisogno e dopo vignera anche quel bel giorno
che si fenisera anche questa guera e di trovarse tutti di famigli sani
distare bene e di cantare ghloria Dio e pace intera agli uomini di buona
volonta.
Poi mi dispiace tantto perche sul campo dove che ero prima o lasciato
la Gino Spadetto e Fontana; perche loso ci sono rimasti la, perche non
i ano fato piu ora divenire via e forse adeso i sarano soto dei rusi e
con me avevo Zilli Angelo, Cola Ghardaz e andato al lavoro anche lui su
una famiglia di contadino, ma e lontano da me di 6 ghilometri. Forse si
potremo a vedere, ma non lo so quando.
Ogi che erano festa sono stato furi sul paese e o trovato dei altri italiani
e i erano su una osteria e apena che mi ano ofrito due bichieri di vino
e sono rimasto contento della compagnia.
Che domenicha. Mi ano detto che ritorno la su quela osteria per pasarsi
due o tre ore asieme di noi italiani. Poi mi dispiace dei pachi che tu
mi ai spedito che forse non li ricevero piu, ma per questo pasienza, mi
basta di stare bene dove che sono qui e fino ad ora sono contento di esere
qui e per lavenire ti faro sapere melio che mi trovo.
Io spero che la mi vada sempre bene. E qui con me che lavoriamo asieme
a uno ruso e una raghaza rusa. Ma luri lavorano fuori e io sono adetto
lolo per la stala. E a dormire sono asieme con il ruso qui su una camera
dai padroni con uno leto per ciascno e almeno si dorme bene. Cara Teresa
e genitori, datevi sempre coragio e di non aver pensiero di me, che fino
che o il Signore e la Madona e tutti i Santi e i miei Angeleti che mi
aiutano, mi do sempre coragio anchio che sono lontano da tutti voi di
famiglia.
Ma vegnira anche quel beatto belisimo giorno di essere fra meso a voi
tutti di famiglia, in pace, tranquilo.
Cara Teresa, per il mio indirizo e quelo sul mitentte dela letera. Poi
perdonarmi del mio male scrito, perche o scrito in premura, perche la
padrona la andava in paese e alora me la inpostava. Altro non so cosa
a dirti che salutarti e baciarti te e i miei cari bambini che tantto desidero
di vederli che li guardo sempre in fotoghrafia.
Di nuovo ti saluto te e genitori e fratelli, caro marito Eugenio che sempre
ti penso dite giorno e notte, che mi pare sempre di averti vecino, adio,
ciao e sono tuo marito.
33) La lettera non porta data.
Carisima mia Teresa e genitori e fratelli, dopo un lungo
tempo che non mando le mie notizie, vengo a voi tutti di famiglia con
queste poche righe per farvi sapere della mia buona, otima salute fino
aora presente e cosi vorei sperare anche di voi tutti di famiglia.
Cara Teresa, te diro che dopo venti misi di questa bruta, lungha vita
prisonia, mi sono riuscito di ritornare ancora in Italia sano e salvo
con la ghrazia di Dio e la Madona e tutti i Santi che mi ano aiutati e
anche mio paesano Gino Spadetto che mi ano aiutato tantto quando io ero
in fermeria e non credevo mai più di fare una lunga vita presonia
in Germania.
Con li altri stati si gredeva di andare presoniero, ma con la Germania
no.
Cara Teresa, mentre che io ti schrivo, mi trovo giu aul Brenero e spero
fra giorni di esere fra le tue bracia con i miei cari bambini e tutti
di famiglia che e tantto tempo che desidero di vederti te e i miei cari
bambini e tutti di famiglia. Ma spero romai che sia vicino quel beato
giorno di gioia, contenteza per me di esere a casa fra le tue bracia,
come pure e una grande contentesa anche per te di esere fra le mie bracia.
Poi quel giorno quando che io arivo, se trovo tutto bene che non sia malore
per me e un belisimo giorno, piu bello di quando che siamo sposati e credo
che sia anche dite e tutti di famiglia. E quando io sero in piazia di
Col. Sa. Marttino ti mandero a dire che tu venga in contrarme con i miei
cari bambini.
E se tutto vano bene canteremo ghloria, ghloria Dio e pace in tera ai
uomini di buona volonta. Altro non mi alungo che salutarti tanto di vero
cuore te e i miei cari bam. e tutti di famiglia e sono il tuo caro marito
Eugenio che tanto ti ama, che paso notte che non son buon di dormire per
aspetare quel beato giorno di venire.
Adio ciao, a vederti presto.
<<<
indice generale
|