Rassegna Bibliografica
Aldo Toffoli
Un protagonista del nostro Ottocento: Jacopo Bernardi. A cura di Gregorio
Piaia, Hefti Edizioni, Milano, 1997.
In occasione del primo centenario della morte dell'abate
Jacopo Bernardi (Follina, 1813 - ivi, 1897), un agile libretto, pubblicato
a margine del Convegno organizzato a Follina per l'occasione (breve, ma
significativa e utile) ci propone alcuni aspetti della personalità
e dell'opera del grande poligrafo follinese. Ricco di interessi culturali
(innumerevoli, comunque vicini al migliaio, i suoi scritti - articoli,
saggi, discorsi, poesie - pubblicati per lo più in opuscoli); appassionato
raccoglitore e conservatore (ahimè, non sempre ordinato) di documenti
e manoscritti, soprattutto di scrittori di questa nostra terra; assiduo
promotore di iniziative sociali ed educative, soprattutto a favore degli
emarginati, dei diseredati, dei poveri e in particolare, tra questi, dei
bambini; testimone attento e non inerte di eventi che segnarono la storia
del Paese (il Risorgimento e l'unità d'Italia) e quella della Chiesa
(il Concilio Vaticano I), ai quali partecipò con contributi non
secondari di pensiero e di azione: tutto questo fu Jacopo Bernardi. E
la straordinaria varietà della sua produzione, connessa con la
natura occasionale di gran parte di essa, ha indotto in qui troppo spesso
a concludere il discorso su di lui entro i confini generici, e tutto sommato
modesti, della definizione che anche in questa sede si è usata:
un poligrafo, geniale, ma grande, più che altro, per ragioni di
quantità.
Per tentar di uscire dall'angustia di questo giudizio - implicito, ma
trasparente, e ingiusto - nella obiettiva difficoltà di un lavoro
che ricerchi a tutto tondo la prismatica personalità umana e culturale
dell'abate follinese, non c'era altra via che quella di mettere a fuoco
alcune facce del prisma, a partire dalle più significative.
In questo senso va intesa la concezione del libretto di cui stiamo trattando,
che comprende quattro efficaci e penetranti interventi e, in appendice,
una breve scelta di scritti del Bemardi, significativi, anche se questi
sconosciuti (e uno, i Cenni storici su Valmareno e Follina, arricchito
di una appendice me-dita).
I saggi sono, nell'ordine, di Aldo Buogo: Jacopo Bernardi, patriota e
uomo di religione; Gregorio Piaia: Cattolicesimo liberale efilosofla di
Jacopo
Bernardi: Giovanni Chies: L'abate Jacopo Bernardi pedagogista epromotore
dell'educazione infantile; Mirella Chiaranda: Spunti di r~fiessione storico
- pedagogica su Jacopo Bernardi.
Si tratta di quattro eccellenti contributi alla conoscenza della figura
e dell'opera del Follinese: svolti su un aspetto già conosciuto
(forse il più noto, anche se non del tutto investigato), quello
del pedagogista, promotore della diffusione in Italia delle strutture
per l'accoglienza e l'educazione dei bambini, i saggi di Chies e Chiaranda;
mentre quelli di Piaia e Buogo indirizzano il discorso su aspetti non
ancora pienamente esplorati, e ricchi di sorprendenti suggestioni, dell'opera
e della stessa testimonianza del Bemardi: quello della sua presenza nel
pensiero filosofico del suo tempo (Piaia); e quello della sua partecipazione
- in termini di pensiero, ma anche di azione diretta - al vivacissimo
dibattito dei suoi tempi, sia in tema di rapporti tra chiesa e stato (temporalismo
- antitemporalismo, conciliatorismo), sia in tema di assetto disciplinare
e teologico all'interno della Chiesa (dogma dell'infallibilità
pontificia) (Buogo). Un discorso documentato e convincente, quello di
Buogo, che ci fa scoprire un Bernardi particolarmente vivace e reattivo,
portatore di un ruolo non marginale in un momento complesso e difficile
della vita nazionale e della stessa storia della Chiesa.
Aldo Toffoli
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