Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

Rassegna Bibliografica

La Pieve di Soligo e la Gastaldia di Solighetto dal Medioevo all'età contemporanea a cura di DANILO GASPARINI, Grafiche Bemardi, Pieve di Soligo, 1997, vol. Il, pp. 1190.

Dopo la grande impresa della storia di Vidor, Danilo Gasparini ritorna alle stampe con un'altra prestigiosa e lussuosa opera nella quale l'iconografia e la grafica richiamano i migliori libri d'arte.
E stato un lavoro durato parecchi anni al quale hanno partecipato una équipe di studiosi già affermati in ambito regionale nella ricerca di storia locale.
Difficile dare un giudizio su questa impresa. Essa è il risultato dello sconvolgimento della metodologia di proporre alle comunità la propria storia, partendo da ottiche diverse dalle usuali e seguendo canali di indagine oggi del tutto nuovi. Certamente ogni esperimento dovrà avere il proprio tempo per essere compreso, valorizzato, e soprattutto capito. In primo luogo la valorizzazione dei documenti. E gli autori nei vari saggi, alcuni poderosi, hanno saputo scavare ricostruendo meticolosamente l'in-
sieme mutevole dell'ambito umano visto nei rapporti sociali, economici, politici, culturali.
Ne è uscito un quadro di pregevole fattura nel quale una Comunità può andar fiera delle proprie origini, perchè c'è stata ricchezza di uomini dai più piccoli ai più grandi. Non è stata certamente la famiglia Balbi Valier a costruire la storia di Pieve di Soligo, essa è stata uno dei tanti tasselli: gli altri, ricostruiti da Galletti sono in netta preponderanza.
Dunque un grosso lavoro variegato che merita di essere preso in visione con tutta tranquillità, senza la tentazione di voler andare a caccia di fatti straordinari e sconvolgenti.
Scrive Lucio De Bortoli: "è possibile raccontare la storia di un luogo in modo piano, gradevole e rigoroso al tempo stesso? In altre parole: si può tentare il racconto di una ricerca scientifica, articolata e documentata? Noi crediamo che l'operazione debba essere tentata per almeno due ragioni. La prima si basa sui diritti del lettore comune, l'autentico destinatario dell'opera. La seconda ragione ha a che fare con il concetto di divulgazione". Ed inoltre:
"E possibile scrivere cose corrette in modo semplice? E possibile essere facili, tenendo però sempre presente che ridurre a faciloneria accattivante ciò che è di per sé complesso è comunque inganno? Il lettore va quindi rispettato perché é in noi viva la convinzione che esso non debba mai essere sottovalutato".
De Bortoli ha fatto bene a porre tutti questi interrogativi. Si spera che prima o poi arriveranno le risposte.
I due torni comprendono i seguenti saggi: Conversazione con Andrea Zanzotto di Andrea Zanzotto e Gian Mario Villalta; Questa storia... di Danilo Gasparini; Pieve di Soligo: un paese nella storia di Lucio De Bortoli; La Pieve di Soligo nel Medioevo di Giampaolo Cagnin; Il Solighese tra Quattrocento e Seicento. Gli aspetti sociali ed economici di Gianpiero Nicoletti; Lana e seta a Pieve di Soligo nel secolo XVIII di Mauro Pitteri; Per un recupero delle testimonianze d'arte nelle chiese del Soligo di Giorgio Fossaluzza; Popolazione e vita quotidiana aPieve di Soligo secoli XV-XX di Giuliano Galletti; Pieve di Soligo: giustizia e reati al di qua e al di là del Ponte (sec. XVI-XVIII) di Teresa Ballancin; Una famiglia, una terra. I Balbi Valier a Pieve di Soligo (secoli XVIII-XIX) di Claudio Pasqual; Barbisano: sul filo intrecciato del passato di Rosanna Mutton e Luisa Cigagna; Note geologiche e sismicità di Giuseppe Negri; Panorami e scorci contemporanei di Mario Vidor

Giancarlo Follador


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