Rassegna Bibliografica
PIERO TESSARO. Aquile e Angeli sul Grappa e sul Piave.
Europrint, Quinto di Treviso 1997, pp. 333.
Piero Tessaro, dopo il lavoro pubblicato anni fa sullo stesso
argomento: La Grande Guerra nella nostra memoria, che ha avuto fra gli
appassionati un notevole successo, ritorna con un altro poderoso volume
a scavare sullo stesso tema. Lo scopo è fornire "immagini
e ricordi della Grande Guerra nel feltrino e nel trevigiano".
Il volume, ricchissimo di immagini inedite, altre di repertorio, è
un racconto vivissimo di storie umane, un susseguirsi di interventi diretti
dei protagonisti che hanno vissuto i tragici eventi del 1917 e del profugato.
Tessaro ha saputo raccogliere la memoria perfino di Giacomo Marangoni
di Fener, della bella età di 104 armi. In decine e decine di altre
testimonianze, di donne, combattenti, profughi, è riuscito a tracciare
un quadro inedito e dare un volto umano a questa tragedia che aveva sconvolto
le comunità bellunesi e trevigiane per due anni interi. E dalla
viva voce dei protagonisti sembrano rivivere quei momenti di sbandamento,
di tragedia, di vessazioni e poi del ritorno ancora tragico, dopo la vittoria
armata, ai paesi distrutti, senza voce: solo macerie.
Queste voci sono testimonianze preziose. Tempo ancora alcuni anni e nessuno
saprà mai valutare questo volto della storia. Certamente quella
di Tessaro non è l'immagine della storia ufficiale data dalle cronache
militari o politiche, è quella dei cosiddetti "minimi",
i quali hanno possibilità di entrare nella storia,
quella locale, solo attraverso questo tipo di indagine. La guerra è
stata vinta non solo con il sacrificio dei combattenti, ma anche con quello
delle persone che sono rimaste o a difendere la propria casa o a trasmettere
l'amore per il proprio paese di origine partendo in profugato.
Dopo questa seconda copiosa indagine, Tessaro non vuole mollare la partita.
Vuole proseguire il suo cammino intrapreso anni fa per fornire alla sua
gente, quella della conca di Quero e del Valdobbiadenese, gli ultimi segni
della memoria. Deve dunque affrettarsi.
Giancarlo Follador
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