Ossuario
con coperchio, ossa combuste, due monete e fibula.
Osso decorato e vago di collana in pasta vitrea (a sx.) Pendaglietto in b.zo con artiglio e osso di volatile, del corredo ( depos. Museo del Cenedese) Coperchio ditomba (?) ancora nella zolla. Coperchio di olla e due puntali d'anfora Cinque anelli in bronzo Due armille, fibula, e manico di unguentario (depos. Museo del Cenedese) bronzo con ancora incastonato, alla radice, un artiglio di volatile. Il materiale in deposito provvisorio presso la sede del Gruppo per il lavaggio e per una prima ricostruzione dei pezzi in attesa del restauro definitivo, è stato visionato dalla Dott. Ravagnan (Direttrice del Museo Archeol. di Venezia); ed è stato interessantissimo scoprire che le ossa calcinate di minute dimensioni sono il risultato di una pira tutt'alto che economica, che denota quindi, d'accordo con la dovizia del corredo, la notevole disponibilità finanziaria dei defunti. Con l'occasione é stato pure individuato, tra i materiali raccolti, anche la colatura in piombo che sigillava il coperchio all'olla-ossuario. La necropoli era probabilmente impostata nel suburbio di
Ceneda romana, in ottemperanza alle norme che facevano divieto di seppellire
i defunti nei centri urbani: 'hominem in urbe ne sepelito neve urito'.
Essa doveva essere impostata in prossimità di importanti assi stradali,
connessi con l'opera di bonifica agraria (la centuriazione) di cui rimangono
ancora importanti tracce negli allineamenti di tratti viari, di viottoli,
fossati e nelle indicazioni toponomastiche di calles (alcune citate sopra)
nell' area urbana e nella campagna di Ceneda. E' sicuramente importante
indicare la presenza di uno "scorofione" (un segnale confinario),
intaccato dallo sbancamento del 1985, all'incrocio di Via S.Tiziano con
Via Boccherini, proprio sotto il capitello di S. Tiziano, ma leggermente
decentrato a Sud-Est: la grande fossa, di circa 2-3 metri di diametro
per circa settanta centimetri di profondità, riempita di grossi
ciottoli, con frammenti d'anfora e d'embrici, stava quasi sicuramente
ad indicare un confine intercisivo della centuriazione. 116 * L'epigrafe di Safinia Festa in BERNARDI J.,1845, La civica
aula cenedese con i suoi dipinti, gli storici monumenti e la serie illustrata
dei vescovi, Ceneda (rist.BO, 1976), p.92, n. 1. BERTI L., BOCCAZZI C.,
1959, Foglio 38 della Carta Archeologica: Conegliano, FI, p.8. Sulla necropoli
GRAZIANI C., Memorie storiche di Vittorio, ms., XIX sec., Bibl.Civ., Vitt.Ven.
MARSON L., 1904, Romanità e divisione dell'agro cenedese, in Atti
del Congr.Intrn. di Sc.Stor., Roma. VITAL A., 1931, Tracce di romanità
nel territorio di Conegliano, in "Archivio Veneto", s.V, IX.
MORET A., 1983, Patrimonio Culturale Veneto Fniulano, Tombe e iscrizioni
romane nell'Antico Cenedese, Feletto U., UD. Le epigrafi cenedesi in MOMMSEN
T., 1863-19 16, Corpus Iscriptionum Latinarum, voi. V, Berolini, Append.
n.8795-8800. ** Il recupero del 1985 è stato effettuato C. Minet,
G. Testori, G. Arnosti, G. Longo, L. Fava, S. Baldassar, E. Tadiotti. *** Le ricostruzioni sono di G. Riviera, G. Arnosti e G. Testori. Le foto sono di G. Arnosti e G. Testori. 117 <<< indice generale |