Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°10 - 1997 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
FRANCO POSOCCO


LE VILLE VENETE DEL TERRITORIO PEDEMONTANO
DELLA SINISTRA PIAVE

Il territorio pedemontano sito alla sinistra orografica del fiume Piave, non è particolarmente noto per le ville venete,che custodisce; il suo nome e la sua attrattiva sono piuttosto legati ai centri storici, ai castelli, alle abbazie, di cui è costellato, non meno che al dolce paesaggio di montagne e colline, ricche di boschi e vigneti.
Sfogliando il recentissimo e monumentale "Catalogo delle ville venete"(1), desta quindi una certa sorpresa notare che negli undici comuni, che compongono la Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane, vengono elencate ben 68 ville, diffuse in modo abbastanza omogeneo alle radici dei monti Pizzoc e Cesen, nonché lungo la vallata del torrente Soligo. Giuseppe Mazzotti, che pur questi luoghi amava, ne individua soltanto 26, a cui aggiungeva tuttavia alcune citazioni(2).
Nel breve saggio introduttivo alla descrizione delle ville della provincia di Treviso, curata da Mazzotti assieme al co. Alteniero degli Azzoni


1) Ville Venete - Catalogo e Atlante del Veneto, a cura di Antonio Padoan, Sergio Pratali
Maffei, Demus Dalpozzo, Linda Mavian, Venezia, Istituto Regionale per le Ville Venete,
Marsilio Editori, 1996, 4°, pag. 950 + XXIV, ili.
2) Le Ville Venete - Catalogo, a cura di Giuseppe Mazzotti, I Edizione, 1952, lI Edizione
1953,111 Edizione, 1954- Ristampa anastatica con premessa di Lionello Puppi, 1987, Libreria
Editrice Canova, Treviso, 16°, pag. 968 + XVI, ill.


FRANCO POSOCCO. Architetto, già Segretario Regionale per il Territorio, autore di numerosi interventi e pubblicazioni in tema di urbanistica e di politica del territorio, con particolare riferimento al Veneto


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Avogadro e a Mario Botter, egli annota di suo pugno: "... è anche da notare che mentre le ville sono numerosissime nella pianura, abbastanza rare sono in prossimità delle Prealpi. In certi paesi, come Follina o Cison, vi sono piuttosto dei palazzetti seicenteschi, con scoperto retrostante. Da cosa dipende questo fatto?... è assai probabile che ciò dipenda principalmente dalla diversità naturale dei luoghi e dal maggior frazionamento della proprietà. Qualunque sia la ragione, le ville esistenti a nord delle colline trevigiane si possono contare sulle dita delle due mani, se non di una sola. Fra di esse sono da ricordare:.., la signorile villa Bellati a Campea di Miane e la TroyerLucheschi... a Fregona con le sue elegantissime logge. Dall 'elenco delle ville sono stati di proposito esclusi i castelli e lo si dice per chi trovasse strano che ci si sia dimenticati di indicare.., il castello Brandolini di Cison di Valmarino. Si sono pure escluse tante belle case che, pur avendo grande giardino o parco, trovandosi con la fronte sulla strada in centri abitati, non possono essere considerate ville... "(3).
Si è voluto qui riportare un lungo brano del proto-catalogo mazzottiano, per mettere in evidenza la difficoltà di separare nel nostro caso la tipologia della villa dalle altre ad essa più prossime, proprio perché si ritiene più corretto attualmente spostare il confine fra questa, il castello, il palazzo di città e la casa rurale, in modo da favorire il tipo più specificamente caratterizzato (e per così dire omologante), che è quello appunto della villa.
In tale prospettiva anche i castelli, divenuti villa nel Settecento, i palazzi siti fuori dei centri storici murati, ove l'insediamento è più compatto e le barchesse di strutture gentilizie, ancorché degradate e manomesse, meritano di essere inclusi nel novero generalizzante delle "ville venete".
L'urgenza di concludere il lavoro di rilievo, che all'epoca (anni '50), era finalizzato alla promozione della nota campagna di sensibilizzazione e tutela di un patrimonio praticamente in abbandono, portò a dimenticare oggetti importanti: ad esempio la villa Mocenigo "del Belvedere" a Villa di Villa in comune di Cordignano, ove spesso soggiornava il doge Alvise III, o le ville dell'abitato di Cison di Valmarino ai piedi del colle fortificato; per converso più esaustlvo fu l'elenco redatto per il comune di Vittorio Veneto, perché nella ricognizione sopralluogo Mazzotti fu aiutato dall' arch. Torres, dall 'ing. Cortuso e dal prof. Ulliana, che egli puntualmente ringrazia; e questo, come si è potuto vedere in precedenza, lo portò a smentirsi clamorosamente, proprio nel numero dei beni culturali individuati. Si è dunque ritenuto di poter superare ora tali incertezze interpretative, inserendo nell'elenco quegli edifici che, pur iniziati secondo uno schema tipologico diverso, sono stati poi


3) Op. cit. pag. 506.

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assimilati alla villa mediante ampliamenti edilizi e modificazioni strutturali effettuate secondo il gusto della tipologia culturalmente dominante.
È stato anche esteso l'arco temporale di classificazione, ricomprendendo le costruzioni del Novecento realizzate in stile "Liberty", con i relativi parchi e giardini.
Sono stati infine elencati anche quei fabbricati, ora rurali, ma eretti dalla piccola nobiltà locale o dalla nascente borghesia, che si ispirano comunque al modello della villa veneta e che nell'impianto strutturale o nel corredo architettonico evidenziato elementi di nobiltà formale e di decoro figurativo.
In tal modo il criterio di elencazione appare più rigoroso ed esteso, poiché assume il carattere di "villa", come prevalente rispetto gli altri; sull'onda del "Palladianesimo" nell'ultimo periodo della Repubblica Serenissima si è verificato infatti un crescente processo di adeguamento a tale modello strutturale e di continua duplicazione dei relativi schemi trattatistici, tanto da fare delle ville venete una vera e propria rete di organizzazione e controllo territoriale.
Il lavoro effettuato attraverso la perlustrazione "a tappeto" della zona è quindi egregio ed apprezzabile, anche perché permette di avviare una sistematica protezione ed un consapevole recupero.
Tuttavia alcuni appunti possono essere mossi al nuovo catalogo; una contraddizione consiste ad esempio nell' avere inserito nell' elenco il castello di Cison di Valmarino e non quello di S. Martino a Vittorio Veneto, ora residenza vescovile; andavano infatti inseriti (o esclusi) entrambi, data la similitudine tipologica; ad avviso di chi scrive, nonostante le successive addizioni, nessuno dei due ha perduto l'evidente e tuttora prevalente morfologia castellana.
Un'altra considerazione riguarda l'epoca di costruzione degli edifici; la maggior parte si può far risalire al Settecento ed all'Ottocento.
Mancano quindi i secoli precedenti: soprattutto il Quattrocento ed il Cinquecento, epoche in cui si iniziò la diffusione degli edifici di villa.
Ciò può essere attribuito alle modalità di estensione ditale schema insediativo, che apparteneva alla cultura della città marciana e quindi veniva applicato in ragione dell'ampliarsi della proprietà fondiaria, che l'aristocrazia della capitale andava acquisendo.
È noto a tale riguardo che nel Pedemonte fra Piave e Livenza la resistente struttura feudale (Brandolini, Polcenigo, Rangoni, Collalto, etc.) e nel caso di CenedaTarzo, l'esistenza di una contea, almeno formalmente indipendente fino alla metà del Settecento, quella del vescovo-conte, rallentarono la penetrazione della nobiltà di Venezia e ridussero la sua capacità d'intrapresa, che invece si andò allargando nei vicini territori di pianura; si vedano ad esempio i casi dei Lippomano ai Gai di 5. Vendemiano, dei Sammartini e dei Balbi Valier a Pieve di Soligo, etc.; si veda anche la ben maggiore densità di ville riscontrabile nei comuni immediatamente a valle della Comunità: (ad

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esempio a Colle Umberto, Farra di Soligo, Vidor, etc.).
Se si escludono pochi casi: i Mocenigo a Cordignano (ma in quanto eredi dei Rangoni), i Grimani a Tarzo, i Calbo Crotta a S. Giacomo di Veglia, etc., gli altri edifici furono edificati dalla nobiltà locale: (Minucci, Trojer, Altan, Bellati, Lucheschi, etc), o dalla borghesia imprenditoriale: (Gera, Colles, Mondini, Palatini, etc.), seguendo peraltro modelli di imitazione rispetto a quelli adottati e talvolta con dimensioni di fabbrica più ridotte ed un gusto più provinciale.
Infatti non è quasi mai possibile individuare il nome del progettista, ad eccezione delle barchesse della villa Calbo Crotta di 5. Giacomo di Veglia attribuite a Giorgio Massari, uno dei più importanti architetti del Settecento, e dell'ala nuova del castello di Cison (dell'arch. Ottavio Scotti).
Interessante anche appare il gruppo di ville costruite sopratutto a Vittorio Veneto, (ma anche a Valdobbiadene), tra l'Ottocento, ed il primo Novecento dai nuovi "capitani d'industria", avvalendosi di progettisti di grande nome e valore: (villa Papadopoli, villa Chiggiato, villa Franceschini, villa Costantini a Vittorio Veneto, villa Piva "dei Cedri" a Valdobbiadene),tra i quali conviene citare almeno: il Caregaro Negrin, il Bagnara, il Del Giudice, il Moretti ed altri.
Ma la ragione del ristretto numero di ville di origine relativamente antica, oltre ai motivi storici predetti, che rallentarono lo sviluppo borghese e la diffusione della cultura veneta, può essere attribuita anche alla natura dei terreni, che a causa delle loro caratteristiche sismotettoniche, sono stati interessati da ricorrenti disastrosi terremoti; questi eventi hanno decimato gli edifici storici e ridotto a rudere molti monumenti: si veda il caso dianzi citato della villa Mocenigo al Belvedere di Cordignano.
Il motivo per converso della scomparsa di gran parte dei fabbricati rivieraschi del Piave nella zona di Valdobbiadene e dell'assenza di ville in comune di Segusino sembra doversi attribuire, un solo alla generale distruzione degli abitati operata dal fronte bellico dal 1917 al 1918, ma anche al fatto che durante il dominio della Serenissima tutta la "stretta" di Quero aveva un grande valore strategico, che si rifletteva negativamente su ogni utilizzazione insediativa.
E tuttavia anche nell'antico borgo di Segusino qualche vecchia casa, conformata a villa di montagna, possiede un notevole decoro e quindi merita di essere conservata.
Pur con tutte queste limitazioni e questi condizionamenti il patrimonio di ville venete, che decora il territorio pedemontano, è assai cospicuo; esse costituiscono, oltre che un bene culturale, anche un elemento di qualità paesaggistica ed una risorsa economica da tutelare e valorizzare.
A questo fine sono state scritte queste modeste righe, affinché i comuni le proteggano e i cittadini le conservino, in modo che tutti noi (e quanti ci seguiranno), possiamo essere ancora gratificati dalla loro bellezza.

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Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
Elenco delle ville venete
censite nel territorio

(secondo il catalogo dell'I.R.V.V. - Istituto Regionale per le Ville Venete)

N° denominazione
località
epoca
Mazzotti
comune di CISON DI VALMARINO
1) Palazzo Berti
capoluogo
XVIII
 
2) Castello Brandolini
monte
XVI
 
3) Villa Brandolini detta "Casagrande"
capoluogo
XIX (?)
 
4) Casa Canonica
capoluogo
XVII
 
5) Casa De' Gironcoli
capoluogo
XVII
 
6) Villa Moretti
capoluogo
XIX
 
7) Casa Moretti, Brandolini, Marcello
capoluogo
XVII
 
comune di CORDIGNANO
8) Villa Mocenigo detta "Belvedere"
Villa di Villa
XVII
 
9) Villa Rota, Brandolini,
Casanuova, Zanussi
capoluogo
XVIII
comune di FOLLINA
10) Palazzo Barberis (Colles) Rusca
capoluogo
XVII
citato
11) Palazzetto Bernardi
capoluogo
XVIII
citato
12) Case Bianchi-Bernardi, Canella
-Bellati, dette "Fattoria Lingotto"
La Bella
XVII
13) Castelletto dei Brandolini
Pedeguarda
XVII
 
14) Casa Brandolini
Pedeguarda
XVI (?)
15) Casa Noale Rinaldi
Valmareno
XVII
citato
16) Villa Rasi Sotto
Riva
XVIII
 
17) Villa Serra di Cassano Brandolini
Ulteriori citazioni del "Mazzotti": palazzetto Gusatti Bonsembiante in via Roma 6 e altro stabile in via Roma 27, casa abate Jacopo Bernardi, poi Paccanoni e Vergerio in via Municipio 2 127, nonché palazzo Falier in piazza Salone a Valmareno, che ospitò anche l'infelice Marin Faliero.
Treponti
XVIII
comune di FREGONA
18) Villa Altan, Pancetti
Fratte
XVIII
19) Villa Da Cason, De Lorenzi,Uliana, Pizzol
Fratte
XVII
 
20) Villa Dal Ci Giacomini,
Zanente, Giustiniani
Osigo
XV
 
21) Casa Fossa
(Azienda agricola Val Barè)
Fratte
XVII
 
22) Villa Salvador
Fratte
XVIII
 
23) Villa Trojer, Lucheschi,
De Mori, Salvador
capoluogo
XVII
comune di MIANE
24) Casa Col Zonin, Bellati
Premaor
XVII
25) Villa Gera-Minucci, Bellati
Campea
XVI
comune di REVINE LAGO
26) Casa canonica di Lago
Lago
XVIII
 
comune di SARMEDE
27) Villa Cimetta, Dal Ci
capoluogo
XVI
 
28) Casa Da Re
capoluogo
XVII
 
comune di SEGUSINO - nessuna villa censita
comune di TARZO
29) Villa Antiga
Corbanese
XVIII
 
30) Villa Bettoni, Formenton,Pancotto, Xompero
capoluogo
XIX
 
31) Casa Casagrande-Tomasi
(Agriturismo "Al Ben Star")
Piadera
XVIII
 
32) Casa Dal Col, Marchetti
Arfanta
XVIII
 
33) Casa Dalle Crode, Grotta Tibolet
Arfanta
XVIII
 
34) Casa Del Mansionario,
Lucis-Lucchese (Municipio)
capoluogo
XVIII
 
35) Villa Franceschet, Silan, Cancian
capoluogo
XVlll
 
36) Villa Grimani, Mondini ("ai Pini")
capoluogo
XVII
37) Villa Lazzarini, detta "Il Canavon"
Corbanese
XIX
 
38) Casa Mondini, Mazzucco
capoluogo
XV
 
39) Casa Pescador - Darios
Corbanese
XVI
 
40) Villa Pizzol, Pesca, Pol
Corbanese
XVIII
 
41) Casa Rosi, Marcon
capoluogo
XVII
 

42) Villa Tandura-Mondini
(Suore Francescane di Cristo Re)
capoluogo
XVIII
Comune di VALDOBBIADENE
43) Villa Barberina, Arten Viansson
capoluogo
XVIII
 
44) Villa Barbon Bennicelli
S. Vito
XIX
45) Villa Morona De Gastaidis
Farra
XVIII
46) Villa Piva, detta "dei Cedri"
capoluogo
XIX
Comune di VITTORIO VENETO
47) Villa Balbinot, Tonello, De Nardi
Costa
XVII
48) Villa Battiston
Formeniga
XVIII
 
49) Villa Bianchi, Rosada,
Altoè, Cortuso, Frare
Serravalle
XVII
50) Barchesse di Villa Calbo Crotta
(Monastero Benedettino Cistercense)
(arch. Giorgio Massari)
S. Giacomo di Veglia
 
51) Villa Casagrande, Pradal
Citati anche i vicini resti della casa
dell'umanista serravallese Marcantonio Flaminio.
Sega
XVI
52) Villa Chiggiato
Centro
XIX
 
53) Villa Costantini, Morosini, Papadopoli
(arch. Brenno Del Giudice)
Ceneda
XIX
54) Villa Dalla Betta -
Gallon Costa
XIX
55) Casa De Nardi
Forcal
XVII
56) Villa De Nardi (Casa canonica di
S. Giacomo di Veglia)
S. Giacomo
di Veglia
XVII
57) Villa Della Colletta, Fassina,
Raumer-Zanchetta
Ceneda
XVII
58) Villa Della Giustina Serravalle
59) Palazzo Lioni, Altan, Doro
(V Corpo d'Armata)
Ceneda
XVII
60) Palazzo Lucheschi (Brandolini)
Serravalle
XVIII
 
61) Villa Nardari
S. Giacomo V.
XVIII
 
62) Villa Palatini
Ceneda
XVIII
 
63) Villa Posocco (Posocòn)
Ceneda S. Fris
XVIII
 

64) Villa Rosada, Marini,
detta "Casa Rossa"
Senavalle
XVII
65) Villa Segat
Ceneda S. Fris
XVIII
 

66) Villa Vianello, Passi,
detta "Col di Luna"
Cozzuolo
XIX
67) Villa Vicentini, Breda, Beretta
(citata da Mazzotti anche la vicina canonica)
S. Andrea
XIX
68) Villa Zuliani, Ascoli,
detta "Vescovile"
Ceneda
XVIII

Nel catalogo di Giuseppe Mazzotti è fatto un generico riferimento alla presenza di molti "palazzi e palazzetti del centro urbano" di Vittorio Veneto, che sarebbero "meritevoli di menzione".


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