FRANCO POSOCCO
LE VILLE VENETE DEL TERRITORIO PEDEMONTANO
DELLA SINISTRA PIAVE
Il territorio pedemontano sito alla sinistra orografica
del fiume Piave, non è particolarmente noto per le ville venete,che
custodisce; il suo nome e la sua attrattiva sono piuttosto legati ai centri
storici, ai castelli, alle abbazie, di cui è costellato, non meno
che al dolce paesaggio di montagne e colline, ricche di boschi e vigneti.
Sfogliando il recentissimo e monumentale "Catalogo delle ville venete"(1),
desta quindi una certa sorpresa notare che negli undici comuni, che compongono
la Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane, vengono elencate
ben 68 ville, diffuse in modo abbastanza omogeneo alle radici dei monti
Pizzoc e Cesen, nonché lungo la vallata del torrente Soligo. Giuseppe
Mazzotti, che pur questi luoghi amava, ne individua soltanto 26, a cui
aggiungeva tuttavia alcune citazioni(2).
Nel breve saggio introduttivo alla descrizione delle ville della provincia
di Treviso, curata da Mazzotti assieme al co. Alteniero degli Azzoni
1) Ville Venete - Catalogo e Atlante del Veneto, a cura
di Antonio Padoan, Sergio Pratali
Maffei, Demus Dalpozzo, Linda Mavian, Venezia, Istituto Regionale per
le Ville Venete,
Marsilio Editori, 1996, 4°, pag. 950 + XXIV, ili.
2) Le Ville Venete - Catalogo, a cura di Giuseppe Mazzotti, I Edizione,
1952, lI Edizione
1953,111 Edizione, 1954- Ristampa anastatica con premessa di Lionello
Puppi, 1987, Libreria
Editrice Canova, Treviso, 16°, pag. 968 + XVI, ill.
FRANCO POSOCCO. Architetto, già Segretario Regionale per il Territorio,
autore di numerosi interventi e pubblicazioni in tema di urbanistica e di
politica del territorio, con particolare riferimento al Veneto
45
Avogadro e a Mario Botter, egli annota di suo pugno: "... è
anche da notare che mentre le ville sono numerosissime nella pianura,
abbastanza rare sono in prossimità delle Prealpi. In certi paesi,
come Follina o Cison, vi sono piuttosto dei palazzetti seicenteschi, con
scoperto retrostante. Da cosa dipende questo fatto?... è assai
probabile che ciò dipenda principalmente dalla diversità
naturale dei luoghi e dal maggior frazionamento della proprietà.
Qualunque sia la ragione, le ville esistenti a nord delle colline trevigiane
si possono contare sulle dita delle due mani, se non di una sola. Fra
di esse sono da ricordare:.., la signorile villa Bellati a Campea di Miane
e la TroyerLucheschi... a Fregona con le sue elegantissime logge. Dall
'elenco delle ville sono stati di proposito esclusi i castelli e lo si
dice per chi trovasse strano che ci si sia dimenticati di indicare..,
il castello Brandolini di Cison di Valmarino. Si sono pure escluse tante
belle case che, pur avendo grande giardino o parco, trovandosi con la
fronte sulla strada in centri abitati, non possono essere considerate
ville... "(3).
Si è voluto qui riportare un lungo brano del proto-catalogo mazzottiano,
per mettere in evidenza la difficoltà di separare nel nostro caso
la tipologia della villa dalle altre ad essa più prossime, proprio
perché si ritiene più corretto attualmente spostare il confine
fra questa, il castello, il palazzo di città e la casa rurale,
in modo da favorire il tipo più specificamente caratterizzato (e
per così dire omologante), che è quello appunto della villa.
In tale prospettiva anche i castelli, divenuti villa nel Settecento, i
palazzi siti fuori dei centri storici murati, ove l'insediamento è
più compatto e le barchesse di strutture gentilizie, ancorché
degradate e manomesse, meritano di essere inclusi nel novero generalizzante
delle "ville venete".
L'urgenza di concludere il lavoro di rilievo, che all'epoca (anni '50),
era finalizzato alla promozione della nota campagna di sensibilizzazione
e tutela di un patrimonio praticamente in abbandono, portò a dimenticare
oggetti importanti: ad esempio la villa Mocenigo "del Belvedere"
a Villa di Villa in comune di Cordignano, ove spesso soggiornava il doge
Alvise III, o le ville dell'abitato di Cison di Valmarino ai piedi del
colle fortificato; per converso più esaustlvo fu l'elenco redatto
per il comune di Vittorio Veneto, perché nella ricognizione sopralluogo
Mazzotti fu aiutato dall' arch. Torres, dall 'ing. Cortuso e dal prof.
Ulliana, che egli puntualmente ringrazia; e questo, come si è potuto
vedere in precedenza, lo portò a smentirsi clamorosamente, proprio
nel numero dei beni culturali individuati. Si è dunque ritenuto
di poter superare ora tali incertezze interpretative, inserendo nell'elenco
quegli edifici che, pur iniziati secondo uno schema tipologico diverso,
sono stati poi
3) Op. cit. pag. 506.
46
assimilati alla villa mediante ampliamenti edilizi e modificazioni strutturali
effettuate secondo il gusto della tipologia culturalmente dominante.
È stato anche esteso l'arco temporale di classificazione, ricomprendendo
le costruzioni del Novecento realizzate in stile "Liberty",
con i relativi parchi e giardini.
Sono stati infine elencati anche quei fabbricati, ora rurali, ma eretti
dalla piccola nobiltà locale o dalla nascente borghesia, che si
ispirano comunque al modello della villa veneta e che nell'impianto strutturale
o nel corredo architettonico evidenziato elementi di nobiltà formale
e di decoro figurativo.
In tal modo il criterio di elencazione appare più rigoroso ed esteso,
poiché assume il carattere di "villa", come prevalente
rispetto gli altri; sull'onda del "Palladianesimo" nell'ultimo
periodo della Repubblica Serenissima si è verificato infatti un
crescente processo di adeguamento a tale modello strutturale e di continua
duplicazione dei relativi schemi trattatistici, tanto da fare delle ville
venete una vera e propria rete di organizzazione e controllo territoriale.
Il lavoro effettuato attraverso la perlustrazione "a tappeto"
della zona è quindi egregio ed apprezzabile, anche perché
permette di avviare una sistematica protezione ed un consapevole recupero.
Tuttavia alcuni appunti possono essere mossi al nuovo catalogo; una contraddizione
consiste ad esempio nell' avere inserito nell' elenco il castello di Cison
di Valmarino e non quello di S. Martino a Vittorio Veneto, ora residenza
vescovile; andavano infatti inseriti (o esclusi) entrambi, data la similitudine
tipologica; ad avviso di chi scrive, nonostante le successive addizioni,
nessuno dei due ha perduto l'evidente e tuttora prevalente morfologia
castellana.
Un'altra considerazione riguarda l'epoca di costruzione degli edifici;
la maggior parte si può far risalire al Settecento ed all'Ottocento.
Mancano quindi i secoli precedenti: soprattutto il Quattrocento ed il
Cinquecento, epoche in cui si iniziò la diffusione degli edifici
di villa.
Ciò può essere attribuito alle modalità di estensione
ditale schema insediativo, che apparteneva alla cultura della città
marciana e quindi veniva applicato in ragione dell'ampliarsi della proprietà
fondiaria, che l'aristocrazia della capitale andava acquisendo.
È noto a tale riguardo che nel Pedemonte fra Piave e Livenza la
resistente struttura feudale (Brandolini, Polcenigo, Rangoni, Collalto,
etc.) e nel caso di CenedaTarzo, l'esistenza di una contea, almeno formalmente
indipendente fino alla metà del Settecento, quella del vescovo-conte,
rallentarono la penetrazione della nobiltà di Venezia e ridussero
la sua capacità d'intrapresa, che invece si andò allargando
nei vicini territori di pianura; si vedano ad esempio i casi dei Lippomano
ai Gai di 5. Vendemiano, dei Sammartini e dei Balbi Valier a Pieve di
Soligo, etc.; si veda anche la ben maggiore densità di ville riscontrabile
nei comuni immediatamente a valle della Comunità: (ad
48
esempio a Colle Umberto, Farra di Soligo, Vidor, etc.).
Se si escludono pochi casi: i Mocenigo a Cordignano (ma in quanto eredi
dei Rangoni), i Grimani a Tarzo, i Calbo Crotta a S. Giacomo di Veglia,
etc., gli altri edifici furono edificati dalla nobiltà locale:
(Minucci, Trojer, Altan, Bellati, Lucheschi, etc), o dalla borghesia imprenditoriale:
(Gera, Colles, Mondini, Palatini, etc.), seguendo peraltro modelli di
imitazione rispetto a quelli adottati e talvolta con dimensioni di fabbrica
più ridotte ed un gusto più provinciale.
Infatti non è quasi mai possibile individuare il nome del progettista,
ad eccezione delle barchesse della villa Calbo Crotta di 5. Giacomo di
Veglia attribuite a Giorgio Massari, uno dei più importanti architetti
del Settecento, e dell'ala nuova del castello di Cison (dell'arch. Ottavio
Scotti).
Interessante anche appare il gruppo di ville costruite sopratutto a Vittorio
Veneto, (ma anche a Valdobbiadene), tra l'Ottocento, ed il primo Novecento
dai nuovi "capitani d'industria", avvalendosi di progettisti
di grande nome e valore: (villa Papadopoli, villa Chiggiato, villa Franceschini,
villa Costantini a Vittorio Veneto, villa Piva "dei Cedri" a
Valdobbiadene),tra i quali conviene citare almeno: il Caregaro Negrin,
il Bagnara, il Del Giudice, il Moretti ed altri.
Ma la ragione del ristretto numero di ville di origine relativamente antica,
oltre ai motivi storici predetti, che rallentarono lo sviluppo borghese
e la diffusione della cultura veneta, può essere attribuita anche
alla natura dei terreni, che a causa delle loro caratteristiche sismotettoniche,
sono stati interessati da ricorrenti disastrosi terremoti; questi eventi
hanno decimato gli edifici storici e ridotto a rudere molti monumenti:
si veda il caso dianzi citato della villa Mocenigo al Belvedere di Cordignano.
Il motivo per converso della scomparsa di gran parte dei fabbricati rivieraschi
del Piave nella zona di Valdobbiadene e dell'assenza di ville in comune
di Segusino sembra doversi attribuire, un solo alla generale distruzione
degli abitati operata dal fronte bellico dal 1917 al 1918, ma anche al
fatto che durante il dominio della Serenissima tutta la "stretta"
di Quero aveva un grande valore strategico, che si rifletteva negativamente
su ogni utilizzazione insediativa.
E tuttavia anche nell'antico borgo di Segusino qualche vecchia casa, conformata
a villa di montagna, possiede un notevole decoro e quindi merita di essere
conservata.
Pur con tutte queste limitazioni e questi condizionamenti il patrimonio
di ville venete, che decora il territorio pedemontano, è assai
cospicuo; esse costituiscono, oltre che un bene culturale, anche un elemento
di qualità paesaggistica ed una risorsa economica da tutelare e
valorizzare.
A questo fine sono state scritte queste modeste righe, affinché
i comuni le proteggano e i cittadini le conservino, in modo che tutti
noi (e quanti ci seguiranno), possiamo essere ancora gratificati dalla
loro bellezza.
49
Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
Elenco delle ville venete
censite nel territorio
(secondo il catalogo dell'I.R.V.V. - Istituto Regionale per le Ville Venete)
N° denominazione |
località
|
epoca
|
Mazzotti
|
comune di CISON DI VALMARINO |
1) Palazzo Berti |
capoluogo
|
XVIII
|
|
2) Castello Brandolini |
monte
|
XVI
|
|
3) Villa Brandolini detta "Casagrande"
|
capoluogo
|
XIX (?)
|
|
4) Casa Canonica |
capoluogo
|
XVII
|
|
5) Casa De' Gironcoli |
capoluogo
|
XVII
|
|
6) Villa Moretti |
capoluogo
|
XIX
|
|
7) Casa Moretti, Brandolini, Marcello |
capoluogo
|
XVII
|
|
comune di CORDIGNANO |
8) Villa Mocenigo detta "Belvedere" |
Villa di Villa
|
XVII
|
|
9) Villa Rota, Brandolini,
Casanuova, Zanussi |
capoluogo
|
XVIII
|
sì
|
comune di FOLLINA |
10) Palazzo Barberis (Colles) Rusca |
capoluogo
|
XVII
|
citato
|
11) Palazzetto Bernardi |
capoluogo
|
XVIII
|
citato
|
12) Case Bianchi-Bernardi, Canella
-Bellati, dette "Fattoria Lingotto" |
La Bella
|
XVII
|
sì
|
13) Castelletto dei Brandolini |
Pedeguarda
|
XVII
|
|
14) Casa Brandolini |
Pedeguarda
|
XVI (?)
|
sì
|
15) Casa Noale Rinaldi |
Valmareno
|
XVII
|
citato
|
16) Villa Rasi Sotto |
Riva
|
XVIII
|
|
17) Villa Serra di Cassano Brandolini
Ulteriori citazioni del "Mazzotti": palazzetto
Gusatti Bonsembiante in via Roma 6 e altro stabile in via Roma 27,
casa abate Jacopo Bernardi, poi Paccanoni e Vergerio in via Municipio
2 127, nonché palazzo Falier in piazza Salone a Valmareno,
che ospitò anche l'infelice Marin Faliero. |
Treponti
|
XVIII
|
sì
|
comune di FREGONA |
18) Villa Altan, Pancetti |
Fratte
|
XVIII
|
sì
|
19) Villa Da Cason, De Lorenzi,Uliana, Pizzol |
Fratte
|
XVII
|
|
20) Villa Dal Ci Giacomini,
Zanente, Giustiniani |
Osigo
|
XV
|
|
21) Casa Fossa
(Azienda agricola Val Barè) |
Fratte
|
XVII
|
|
22) Villa Salvador |
Fratte
|
XVIII
|
|
23) Villa Trojer, Lucheschi,
De Mori, Salvador |
capoluogo
|
XVII
|
sì
|
comune di MIANE |
24) Casa Col Zonin, Bellati |
Premaor
|
XVII
|
sì
|
25) Villa Gera-Minucci, Bellati |
Campea
|
XVI
|
sì
|
comune di REVINE LAGO |
26) Casa canonica di Lago |
Lago
|
XVIII
|
|
comune di SARMEDE |
27) Villa Cimetta, Dal Ci |
capoluogo
|
XVI
|
|
28) Casa Da Re |
capoluogo
|
XVII
|
|
comune di SEGUSINO - nessuna villa
censita |
comune di TARZO |
29) Villa Antiga |
Corbanese
|
XVIII
|
|
30) Villa Bettoni, Formenton,Pancotto, Xompero |
capoluogo
|
XIX
|
|
31) Casa Casagrande-Tomasi
(Agriturismo "Al Ben Star") |
Piadera
|
XVIII
|
|
32) Casa Dal Col, Marchetti |
Arfanta
|
XVIII
|
|
33) Casa Dalle Crode, Grotta Tibolet |
Arfanta
|
XVIII
|
|
34) Casa Del Mansionario,
Lucis-Lucchese (Municipio) |
capoluogo
|
XVIII
|
|
35) Villa Franceschet, Silan, Cancian |
capoluogo
|
XVlll
|
|
36) Villa Grimani, Mondini ("ai Pini")
|
capoluogo
|
XVII
|
sì
|
37) Villa Lazzarini, detta "Il Canavon"
|
Corbanese
|
XIX
|
|
38) Casa Mondini, Mazzucco |
capoluogo
|
XV
|
|
39) Casa Pescador - Darios |
Corbanese
|
XVI
|
|
40) Villa Pizzol, Pesca, Pol |
Corbanese
|
XVIII
|
|
41) Casa Rosi, Marcon |
capoluogo
|
XVII
|
|
42) Villa Tandura-Mondini
(Suore Francescane di Cristo Re) |
capoluogo
|
XVIII
|
sì
|
Comune di VALDOBBIADENE |
43) Villa Barberina, Arten Viansson |
capoluogo
|
XVIII
|
|
44) Villa Barbon Bennicelli |
S. Vito
|
XIX
|
sì
|
45) Villa Morona De Gastaidis |
Farra
|
XVIII
|
sì
|
46) Villa Piva, detta "dei Cedri" |
capoluogo
|
XIX
|
sì
|
Comune di VITTORIO VENETO |
47) Villa Balbinot, Tonello, De Nardi |
Costa
|
XVII
|
sì
|
48) Villa Battiston |
Formeniga
|
XVIII
|
|
49) Villa Bianchi, Rosada,
Altoè, Cortuso, Frare |
Serravalle
|
XVII
|
sì
|
50) Barchesse di Villa Calbo Crotta
(Monastero Benedettino Cistercense)
(arch. Giorgio Massari) |
S. Giacomo di Veglia
|
|
sì
|
51) Villa Casagrande, Pradal
Citati anche i vicini resti della casa
dell'umanista serravallese Marcantonio Flaminio. |
Sega
|
XVI
|
sì
|
52) Villa Chiggiato |
Centro
|
XIX
|
|
53) Villa Costantini, Morosini, Papadopoli
(arch. Brenno Del Giudice) |
Ceneda
|
XIX
|
sì
|
54) Villa Dalla Betta - |
Gallon Costa
|
XIX
|
sì
|
55) Casa De Nardi |
Forcal
|
XVII
|
sì
|
56) Villa De Nardi (Casa canonica di
S. Giacomo di Veglia) |
S. Giacomo
di Veglia
|
XVII
|
sì
|
57) Villa Della Colletta, Fassina,
Raumer-Zanchetta |
Ceneda
|
XVII
|
sì
|
58) Villa Della Giustina Serravalle
59) Palazzo Lioni, Altan, Doro
(V Corpo d'Armata) |
Ceneda
|
XVII
|
sì
|
60) Palazzo Lucheschi (Brandolini) |
Serravalle
|
XVIII
|
|
61) Villa Nardari |
S. Giacomo V.
|
XVIII
|
|
62) Villa Palatini |
Ceneda
|
XVIII
|
|
63) Villa Posocco (Posocòn) |
Ceneda S. Fris
|
XVIII
|
|
64) Villa Rosada, Marini,
detta "Casa Rossa" |
Senavalle
|
XVII
|
sì
|
65) Villa Segat |
Ceneda S. Fris
|
XVIII
|
|
66) Villa Vianello, Passi,
detta "Col di Luna" |
Cozzuolo
|
XIX
|
sì
|
67) Villa Vicentini, Breda, Beretta
(citata da Mazzotti anche la vicina canonica) |
S. Andrea
|
XIX
|
sì
|
68) Villa Zuliani, Ascoli,
detta "Vescovile" |
Ceneda
|
XVIII
|
sì
|
Nel catalogo di Giuseppe Mazzotti è fatto un generico
riferimento alla presenza di molti "palazzi e palazzetti del centro
urbano" di Vittorio Veneto, che sarebbero "meritevoli di menzione".
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