È l'ennesimo libro sulla Grande Guerra che tenta di ricostruire i fatti che hanno coinvolto la vallata del Piave da Vas a Segusino. Oltre alle informazioni già note nello spazio e nel tempo, centinaia di foto riempiono il volume, anche se spesso non sono attinenti alla zona in questione, ma servono solo da didascalia al testo spesso celebrativo ed enfatico. Certo il merito dell'autore è di aver ricostruito la storia attraverso le testimonianze dirette di uomini e donne, ancora viventi, e presenti ai fatti. Ècaduto in alcune ripetizioni, come la ripubblicazione del diario di Mondin Libero, già commentato nel volume Alano. La memoria e l'immagine di una Comunità, vol. 30, e copiato integralmente con le elaborazioni ortografiche apportata da Giorgio Iori, oppure alcuni stralci del diario di Clelia Jager Verri, arcinoto ed edito parecchi anni fa da Lucio Puttin.
L'utilizzo poi del diario di guerra di Giuseppe Perrozzi non sembra essere stata una idea felice, perchè fuori dall'ottica territoriale presa in esame. Ma al di là di tutti questi riempitivi e di una grafica grossolana e poco accattivante, meritano nuovamente di essere segnalati i ricordi dei protagonisti, ma trascritti ed rielaborati in chiave linguisticamente moderna: nessuna traccia del dialetto spontaneo.
Ben vengano questi lavori, ma troppo spesso il dilettante non ama chiedere aiuto a chi può indirizzare in una seria ricerca. Preferisce lavorare da solo ed impreziosire ogni cosa che gli capita sotto mano con la mania del raccoglitore. Ed appunto c'è di tutto.

Giancarlo Follador