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ROBERTO FAVERO - Centro Ricerche Corbanese
LA PREISTORIA A CORBANESE
Posizionata nelle prealpi trevigiane, tra Vittorio Veneto,
Conegliano e Pieve di Soligo troviamo la valle di Corbanese. Sicuramente
fin dai tempi più remoti questa località ha subito transiti
di popoli preistorici che spostandosi dalle pianure alle montagne vedevano
la zona adatta alle loro esigenze migratorie. Protetta sia a ovest sia
a est sia a nord da monti e colline essa si prestava già allora
come ottima località residenziale. Situata ad un altitudine media
di 130 m. Corbanese è attraversata da due corsi d'acqua. Il principale
è il Cervano, il minore che scorre a est del paese è il
rio S.Giuseppe. Proprio sul versante destro di quest'ultimo si presume
stazionassero quelle antichissime genti preistoriche. Infatti i reperti
archeologici qui trovati testimoniano l'evento. Forse tutto questo è
stato possibile grazie anche alla presenza, in questo sito, di una risorgiva
che forniva i frequentatori locali di quella primaria sostanza vitale
che è appunto l'acqua.
L'insediamento preistorico di Corbanese. La scoperta
Abitando in campagna è consuetudine vedere, tra l'autunno
e l'inverno, campi che periodicamente subiscono degli interventi agricoli
ed è proprio in
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questi frangenti che si concentrano le ricerche superficiali
di chi come noi è appassionato di archeologia.
Le zone più adatte a questo tipo di esplorazioni sono, per effetto
del dilavamento, quelle montane e pedemontane. In particolare i colli,
che, per l'azione prima citata, hanno dei livelli stratigrafici molto
contenuti e quindi intaccabili da semplici arature.
L'analogia dei casi e l'esperienza, permettono poi, a chi si occupa di
questa materia, di orientare i propri sforzi d'indagine a precisi punti
mirati.
Così è stato anche per il nostro insediamento di Corbanese
che solo ora è affiorato dopo vari segni di probabile frequentazione
preistorica umana, rinvenuti nelle immediate vicinanze del sito.
Se certezze di frequentazione preistorica si potevano supporre, l'aver
localizzato il sito, avalla quanto prima detto. Questo lo dobbiamo grazie
all'ultima aratura, leggermente più profonda delle precedenti,
che toccando livelli antropici più antichi ha messo in luce una
considerevole quantità di schegge di selce che ricordiamo essere
materiale prezioso per l'uomo primitivo.
Analizzando i materiali archeologici raccolti ci siamo subito stupiti
per 1' eccezionalità del rinvenimento; infatti, oltre aver constatato
frequentazioni mesolitiche e dell'età del Bronzo, abbiamo riconosciuto,
tra i reperti, un raschiatoio musteriano prodotto con tecnica levallois.(fig.2)
Tutto questo farebbe risalire l'ipotesi di insediamento umano, della nostra
zona, ad oltre 40.000 anni fa.
Infatti in quel determinato periodo (nel paleolitico medio circa 150.000
- 40.000 anni fa) l'Europa era occupata da quel sapiens meglio conosciuto
come Uomo di Neanderthal.
Indiscusso protagonista del Paleolitico medio, questo individuo primitivo
ha lasciato pochissimi segni della sua arcaica presenza, sia in Italia
che in Europa, ed i rinvenimenti paleontologici ed archeologici fino a
ora documentati, provengono quasi esclusivamente da grotte o ripari sotto
roccia dei quali ricordiamo il riparo di KRAPINA (Croazia), MONTE CIRCEO
(Italia), LA CHAPELLE-aux-SAINTS (Francia), BALZI ROSSI (ITALIA) ecc.
Alcune caratteristiche del neanderthal sono: statura tra 155 - 170 cm.,
peso 60 - 75 kg. Spicca poi la grande capacità cerebrale che varia
tra 1300
e 1625 cm. cubi a differenza del Sapiens sapiens che varia tra i 1400
e 1500
cm. cubi.
Siamo anche a conoscenza di alcune sue usanze e, tra tutte, ricordiamo
la pratica del seppellimento dei defunti, rito quindi già praticato
allora.
Si conosce inoltre che questo individuo aveva grandi attitudini sia allo
sforzo fisico che alla resistenza al freddo, sia all'uso frequente dei
denti anteriori che usava come strumenti di lavoro.
Una caratteristica importante che caratterizza il Neanderthal è
senza dubbio la fabbricazione di manufatti litici che escono da una tecnica
denominata LEVALLOIS.
Tali strumenti, che hanno delle caratteristiche molto particolari, permettono
un facile riconoscimento da parte di chi si occupa di questa materia e
quindi un loro collocamento cronologico preciso.
E' interessante notare come dopo le frequentazioni neandertaliane, in
questo sito, ci sia stata una continuità di permanenza, per ora
documentata in due periodi, del pur sempre primitivo Sapiens sapiens.
Viene quindi confermata una regola già vista anche in altri siti
che vede il Neanderthal e il sapiens sapiens susseguirsi, sebbene di razza
e cultura diversa, nella scelta del proprio habitat.
Il mesolitico
In questo sito, altri reperti rinvenuti ci hanno lasciato
subito intuire frequentazioni umane, più "vicine" ai
nostri giorni.
Infatti i minuscoli manufatti silicei raccolti, sono stati immediatamente
collocati in un periodo denominato Mesolitico recente (circa 7.000 anni
dal presente), conosciuto anche come Castelnoviano.
Abbastanza raro, il mesolitico recente viene documentato di solito nelle
zone pedemontane, è quindi questa una situazione comune.
Essendo popoli nomadi, i mesolitici erano soggetti a quotidiani spostamenti
inseguendo la selvaggina. Era quindi la caccia la loro principale attività.
Le testimonianze ci vengono fornite dai rinvenimenti di manufatti litici
nei luoghi da loro frequentati.
Microbulini, trapezi, grattatoi, lamelle e punte lasciano intuire come
nel Mesolitico si affermasse una complessa industria del tipo microlitica;
infatti, viene indicato questo periodo, come momento di maggior sviluppo
tecnologico dell'uomo nella lavorazione della selce.
Una particolare tecnica per la costruzione di manufatti è quella
del
MICROBULINO.
Questa operazione consente di fabbricare i TRAPEZI usati per armare le
frecce.
Anche nel mesolitico esisteva la cultura del seppellimento dei propri
morti, come attestato dalla scoperta di Mondeval de Sora (BL) dove la
presenza di una sepoltura, contemporanea all'insediamento mesolitico del
nostro sito S.Giuseppe, mostra come i vicini del defunto si occupavano
dell'allestimento del corredo funebre, composto, in questo caso, da 33
elementi, tra i quali corni di cervo, strumenti in selce, insiemi di mastice
ecc.
L'età del bronzo
Proseguendo nel nostro excursus esplorativo scopriamo, analizzando
i reperti rinvenuti nel sito S.Giuseppe, frequentazioni riferibili all'età
del bronzo.
Frammenti fittili con decorazioni, punte foliate, raschiatoi e lame con
ritocco foliato testimoniano il passaggio o la residenza di qualche nucleo
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famigliare di quell'epoca.
Parliamo in questo caso di residenzialità perché già
circa 3000 anni prima, tra la fine del mesolitico e gli inizi del neolitico,
viene abbandonato il nomadismo a favore di una vita più sedentaria
basata soprattutto sull' agricoltura e l'allevamento.
Nascono così, in questo periodo, i primi villaggi sia in terraferma
sia palafitticoli,
cresce un nuovo sistema di vita con una forma di economia adatta anche
a delle esigenze più "casalinghe". Vasi, bicchieri e
pentole prendono forma con una ceramica sempre più raffinata, costruiti
per lo più con una tecnica denominata TECNICA A COLOMBINO.
Inizia inoltre in questo periodo un abbandono progressivo dell'uso di
strumenti in materiale litico a favore di quel nuovo materiale che rivoluzionerà
il mondo umano.
Oltre alla ricerca superficiale, sarà anche indispensabile effettuare
nel sito S.Giuseppe un saggio archeologico per verificare la presenza
di livelli antropici intatti e quindi procedere alle datazioni di eventuali
reperti organici presenti in essi tramite il C14
Descrizione materiale litico
Paleolitico medio: 1-3 schegge, 2 raschiatoio su
scheggia levallois.
Mesolitico recente (castelnoviano) : 4-5-6 lamelle;
7-8-9 trapezi; 10-11 12-13-14-15-16-17 microbulini; 18-19-20 grattatoi;
21 bulino; 22-23 nuclei.
Età del bronzo 24 punta peduncolata foliata;
25 frammento punta foliata 26 lama raschiatoio con ritocco foliato; 27
frammento lama con ritocco foliato; 28 lama con ritocco laterale sx.
Vengono inoltre recuperati numerosi frammenti fittili, apparentemente
databili all'età del bronzo e
circa un centinaio di schegge di selce con colorazione ocra-marrone difficilmente
collocabili ad un preciso periodo.
Glossario
Neanderthal: vive in Europa tra 150.000 e 35.000 anni fa,
scompare con la diffusione nel nostro continente dell'uomo moderno. Paleolitico
medio:
da circa 150.000 a 35.000 anni dal presente è il periodo durante
il quale in Europa si afferma il Sapiens Neanderthalensis. Musteriano:
cultura di differenti tipi di industrie litiche appartenenti al paleolitico
medio. Levallois:
è una tecnica di scheggiatura del paleolitico medio che consente
la produzione di manufatti di forma e dimensione desiderata. Raschiatoio:
per lo più strumento su scheggia a ritocco generalmente semplice
profondo laterale convesso. Mesolitico: da 10.000 a 7.000 anni fa è
caratterizzato da un industria microlitica. Trapezi o armature: sono dei
piccoli manufatti spesso di forma geometrica utilizzati per armare frecce
o giavellotti. Microbulino: è uno scarto di lavorazione per produrre
armature. Grattatoio: è uno strumento in selce caratterizzato da
una fronte in genere convessa e distale con ritocco semplice o sopraelevato.
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